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GAMBOLO’ - Giocheranno con la denominazione di Junior Basket nel campionato under 15 e rivedere una squadra lomellina nel prestigioso elenco delle formazioni iscritte a un campionato di Eccellenza è una notizia che fa bene al cuore di tutti gli appassionati della palla a spicchi, ma che fa bene soprattutto al movimento, che da questa bella storia potrà trarre spunto, ispirazione e spirito di emulazione. 
A inventarsi questa bellissima avventura è stato l’allenatore mortarese Matteo Sala, autore, insieme ai suoi ragazzi, di un piccolo miracolo, di un’impresa straordinaria, che vale la pena di essere raccontata. 
“Due anni fa, dopo il Covid – esordisce coach Matteo Sala – la situazione del basket giovanile, nella nostra zona, era tutt’altro che rosea. C’era tutto un mondo da ricostruire, mattone su mattone. Per fortuna, o per lungimiranza, da qualche anno era nato lo United basket project, un progetto che mira a costruire qualcosa di concreto e duraturo tra le società del nostro territorio, ciascuna delle quali mette a fattor comune le sue risorse con l’obiettivo condiviso della crescita. Noi a Gambolò eravamo rimasti in pochini, la stessa cosa poteva dire Mattia Forni dei suoi a Garlasco, così abbiamo dato vita a questo che si può definire il progetto pilota dello Ubp. Abbiamo assemblato i miei Eagles, i ragazzi di Garlasco e, strada facendo, si è aggiunto un coetaneo di Abbiategrasso e uno di Vigevano, sponda Junior. Il primo anno abbiamo disputato il campionato U13 Gold, qualificandoci, e siamo usciti ai quarti, ma a batterci è stata l’Armani Jeans, che disputava il nostro campionato con una squadra di giocatori sotto età, tutti dodicenni, ma era pur sempre una corazzata capace di intimidirci. Quest’anno abbiamo partecipato all’U14, abbiamo vinto il girone, abbiamo avuto accesso ai playoff, e siamo stati capaci di battere Mantova in semifinale e cedere in finale a un’altra società blasonata come Costamasnaga”. 
Per compiere un’impresa del genere non basta una buona squadra, non basta neppure un ottimo allenatore, serve quel quid in più che di solito si definisce alchimia, chimica, clima ideale… 
“E’ inutile precisare che dalle nostre parti raramente nascono bambini che a 14 anni sono alti due metri – ironizza il coach – mentre tutti i nostri avversari di semifinali e finali ci sovrastavano letteralmente, noi ci scherzavamo sopra dicendo che ciascuno di loro era la custodia capace di contenere agevolmente ciascuno di noi… Quindi, per cavarcela così bene, devo ammettere che i miei ragazzi hanno una marcia in più, hanno qualcosa di più alto a livello cognitivo, che consente loro di superare il gap fisico che possono manifestare al cospetto degli avversari. Sono un gruppo speciale, che ha saputo creare un’atmosfera e una sinergia speciale, sono svegli, lucidi, appassionati…”
L’U15 Eccellenza, il campionato cui parteciperanno quest’anno con la denominazione di Junior basket li metterà di fronte a ogni partita, e non solo nei playoff, a squadre appartenenti alle società più rappresentative e titolate e anche l’allenatore dovrà avere una qualifica adeguata.
 “Io, finora, ho conseguito la formazione di Allenatore di base – spiega Matteo Sala – con cui potrei allenare i Senior fino alla Serie C, ma non le giovanili di Eccellenza. Sto ancora ”studiando” e sto seguendo tutto il percorso necessario a diventare Allenatore, perché ho scoperto che allenare mi piace, ma farlo a livello dilettantistico non mi basta, quindi raggiungerò la località di Abano, per accedere allo step finale, con cui concluderò l’iter con la qualifica di Istruttore nazionale Minibasket, poi parteciperò al corso, che si terrà presumibilmente a Bormio, con cui conseguirò, finalmente, la qualifica di Allenatore. Quest’anno mi avvarrò della collaborazione di Massimo Werlich della Now basketball academy, che ringrazio moltissimo e che possiede la qualifica necessaria per stare in panchina in Eccellenza. Ma, tornando a me, ritengo che completare il percorso sarà importante per me stesso, perché, se torniamo ai playoff contro Costamasnaga, mi sono reso conto che abbiamo raggiunto un gran bel traguardo, ma che, nella fase finale, se avessi avuto qualche competenza tecnica in più, forse avrei potuto architettare qualche trappola più efficace per imbrigliare i nostri avversari, che ci hanno piegati con la loro stazza e con il ricorso quasi totale alla difesa a zona, mentre noi difendevano solo individualmente, con un notevolissimo dispendio di energie. Dopo la serie con Mantova eravamo molto provati, e sicuramente non eravamo mai stati abituati ad affrontare subito dopo un’altra serie. Con Mantova all’andata avevamo vinto di 3, e al ritorno era finita a +20, con Costamasnaga, al ritorno, dovevamo recuperare 13 punti ed eravamo finiti a -12 (quindi avevamo un disavanzo di 25 punti da colmare, per uscirne vincitori), quando, con uno scatto d’orgoglio impensabile, abbiamo spinto la nostra reazione nervosa al limite, riuscendo a balzare a +8. A quel punto, abbiamo sbagliato un’entrata in terzo tempo che ci avrebbe proiettati a un vantaggio di +10, poi loro, con la solita zona e con la preponderanza fisica, ci hanno battuti. Ma mi ritrovo ancora lì a pensare che, con appena qualche piccolo accorgimento in più, avremmo potuto batterli…”.
Il campo di gioco, che dovrà essere necessariamente un parquet, sarà il palazzetto dello sport di Parona.

Nevina Andreta