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SAN GIORGIO – C’è tempo ancora tutto giugno per passare a prendere un buon caffè in uno degli ultimi locali storici del paese. Poi, da venerdì 1 luglio, il ristorante-bar “Aurora” chiuderà i battenti. Gli attuali gestori, Franco Vettorello e Annamaria Della Noce, ripercorrono la sua storia. “La prima apertura del locale – racconta Annamaria – risale al 1960 con i miei suoceri. Io sono qui dal 1973, loro desideravano ardentemente che portassimo avanti la loro attività e così abbiamo fatto. Penso quindi di aver onorato la loro memoria. Adesso, però, è arrivato il momento del riposo. Saremmo stati felici se qualcuno avesse voluto proseguire la nostra tradizione, ma per ora non abbiamo trovato nessuno interessato ad acquistare il locale”.E poi, piano piano, ecco affiorare alla mente ricordi su ricordi, da quelli recenti, come le serate organizzate all’aperto in cui si preparava dell’ottima trippa a quelli più remoti: “Qui da noi – ricordano insieme i due ristoratori – la gente si trovava per giocare a rana, a carte e a biliardo. Abbiamo ospitato numerosi personaggi dello spettacolo come Pippo Baudo, Fausto Leali, l’Equipe, Teo Teocoli, Massimo Boldi, Cristina D’Avena, Bobby Solo, Gian Pieretti e tanti altri”. Vettorello, in ogni caso, ha sempre qualcosa da fare e d’ora in avanti avrà molto più tempo libero da dedicare alla vera, grande passione della sua vita: la musica. E’ infatti professore di musica, diplomato in conservatorio e specializzato in chitarra classica. Tra le altre cose, è stato chitarrista nella band di Fausto Leali. Da lungo tempo insegna a Mede, presso l’associazione “Tetracordo”, dove oltre alla chitarra si studiano violino, basso, tromba e pianoforte. Sia Franco che Annamaria, poi, sperano di godersi di più i loro nipotini Vittoria, Edoardo e Giorgio. Nella loro lunga esperienza nel settore, si sono accorti di importanti cambiamenti sociali, sui quali invitano a riflettere: “Il rapporto umano tra gestori e clienti – spiegano – è sempre più raro. In generale, si sta perdendo l’idea del bar come punto di ritrovo e riferimento della propria comunità di appartenenza. Noi abbiamo sempre creduto nel confronto con la clientela, coltivando con essa un rapporto di una vera amicizia che si è consolidato dopo anni. Del resto, i tempi e la vita sono cambiati, nei nostri paesi ci sono ormai pochissimi giovani rispetto a qualche decennio fa e preferiscono trovare divertimento e svago altrove, nelle città. Il nostro locale, per esempio, è sempre stato “il bar dei cacciatori”, sia sangiorgesi che esterni. È stato il loro punto di ritrovo, al quale erano particolarmente affezionati e dove, al sabato e alla domenica, molti di questi clienti fissi si fermano ancora per degustare gli antichi e tipici sapori della cucina lomellina: rane, lumache, pesciolini fritti, risotti. Giunti a questo traguardo, oggi, ci sentiamo di ringraziare i clienti che ci hanno supportati in tutti questi anni. Ma anche i nostri figli, – proseguono – che ci sono sempre stati vicini, come quando, negli anni dei loro studi e prima che trovassero la loro strada, ci aiutarono nella conduzione dell’attività”. Va inoltre ricordato il contributo del fratello di Franco, impresario teatrale, che ha fatto conoscere “Aurora” a molti volti noti.Con “Aurora”, così, a San Giorgio se ne va una parte significativa di storia. Una triste sorte alla quale sempre più i nostri paesi vanno incontro, con la perdita dei vecchi luoghi di ritrovo e lo spostamento dei nuovi baricentri della vita sociale in altri luoghi, forse più capaci di esaudire le esigenze giovanili – quali esigenze? – ma sicuramente molto più anonimi e spersonalizzanti. Perché forse, in fondo, ormai è diventato così: si preferisce andare in locali dove tra gestore e cliente si instaura una relazione meramente commerciale, che rimpiazza ogni aspetto affettivo. Presagio di quale epoca, sarà solo il tempo a dirlo.Nicholas Scott