MEDE – C’è il Covid, basta “pasto domestico”. Fino a nuovo ordine alle scuole elementari di Mede non si potrà più mangiare la “schiscetta” portata da casa. Ma, a differenza di quanto accadde un anno e mezzo fa (che fece discutere), nessuno verrà lasciato indietro o privato del pasto. Sarà il Comune a garantire la mensa a tutti i bambini, anche a chi non può pagare. Lo rivela il dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Massazza, Paola Guaschi. “Il “pasto domestico”, cioè il cibo portato da casa – spiega Guaschi – veniva consumato in una zona del refettorio. Tutti i bambini erano in quel tavolo, ma quest’anno vige divieto di mescolamento delle classi per ragioni sanitarie. Bisogna evitare i contatti quando possibile. Al “pasto domestico” aderivano una ventina di alunni su 195. Non sarà difficile far sì che consumino il pasto insieme agli altri della loro classe. Noi teniamo alla mensa per il tempo pieno anche se quest’anno, viste le prescrizioni di ogni tipo, diventa un problema. Alcuni miei colleghi hanno deciso semplicemente di tagliare il tempo pieno, in modo che il pasto a scuola diventi facoltativo. Non mi sento di farlo. Quando l’emergenza Covid sarà a scendere, tutto potrà tornare come prima”. Come ha chiarito Paola Guaschi, non tutti i bambini del “pasto domestico” vengono da famiglie indigenti. Alcuni sono semplicemente… schizzinosi: preferiscono mangiare qualcosa preparato in casa. Il dirigente rassicura che il Comune non lascerà nessuno indietro, morosi compresi. Il “pasto domestico” fu introdotto proprio perché per ragioni di bilancio il Comune non poteva accollarsi anche i debiti pregressi di famiglie indietro col pagamento della mensa. Esattamente come ogni servizio facoltativo, dall’autostrada in giù, chi non può permetterselo trova una soluzione. In quel caso era il panino. “Come tutti dobbiamo adeguarci per il Covid – prosegue Guaschi – gli enti devono fare un piccolo sforzo. Col Comune c’è collaborazione, sarà quest’ultimo ad accollarsi eventuali pagamenti insoluti”.Davide Maniac