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CANDIA – Il progetto è ambizioso, e per questo motivo ha tempi lunghi e magari non si realizzerà mai. Se andasse in porto, però, sarebbe un grande esempio di cooperazione tra realtà diversissime fra loro. L’idea è la realizzazione di un centro in Costa d’Avorio, nazione dell’Africa occidentale affacciata sull’oceano Atlantico, per lo studio e sperimentazione del metodo biologico della coltivazione del riso, del mais, della cipolla e del pomodoro per la formazione degli uomini e anche delle donne nel mondo agricolo. La riunione di venerdì scorso nel municipio di Candia aveva il sapore dell’incontro preliminare, il primo dei tanti. La Costa d’Avorio, Paese che sta cercando di accrescere il proprio sviluppo senza però godere di un clima favorevole (le carenze idriche sono cicliche), sa bene che la provincia di Pavia è la zona d’Europa in cui di riso se ne coltiva di più. E così ha mandato dei delegati a chiedere informazioni a riguardo. C’era Eliane Nzi Nda, deputata ivoriana insieme a Serge Hie, il direttore dell’ufficio del turismo della Costa d’Avorio in Italia. Poi il sindaco di Candia, Stefano Tonetti, anche agricoltore, e l’associazione Farafina, che promuove l’assistenza socio-educativo-sanitaria a favore dello Stato africano. Era rappresentata dal suo presidente, Roberto Stefani. “La collaborazione – spiega Stefano Tonetti – sarebbe realtà tramite la meccanizzazione delle zone agricole ivoriane, per far sì che i giovani del posto possano lavorare la terra con dei mezzi. Inoltre, insegnando le tecniche”. Per ora si tratta solo di approcci verbali: il prossimo passo potrebbe essere lo scambio della “visita di cortesia”. Cioè che Stefano Tonetti e gli altri andassero in Africa.

Davide Maniaci