Da Robbio, Mede e Confienza un mare di aiuti per l’Ucraina grazie al Leo club
ROBBIO – Sono tornati venerdì scorso, dopo un Capodanno decisamente anomalo, passato in una zona di guerra e correndo rischi concreti col solo scopo di fare del bene.
Ha fatto scalpore il viaggio terminato negli scorsi giorni e compiuto da diciotto ragazzi soci dei Leo, cioè la costola giovanile dei Lions club.
Quelli del club Biraga con base a Robbio sono partiti a fine 2023 in bus da Robbio, Mede, Confienza, per arrivare tra Odessa e Mykolaiv, in Ucraina, e restarci fino all’Epifania.
Lì hanno trovato altri giovani volontari da altre parti d’Italia.
Volevano portare medicinali, gioia, e aiuti economici per ricostruire i tetti distrutti dalle bombe russe.
Umberto Arrisio, socio del Biraga, assicuratore di Confienza ed ex consigliere comunale, invia un resoconto.
“Padre Vitaly, il nostro referente a Odessa, ci ha mandato una lettera a ottobre – racconta – con la richiesta di aiutare le persone ad aggiustare i tetti danneggiati per evitare la distruzione delle loro case. Per ogni tetto ci vogliono circa duemila euro. Le case al centro del progetto sono una ventina e, una volta sistemate, saranno utilizzate non solo come abitazioni private ma anche per accogliere persone che hanno perso tutto”.
Nella notte di San Silvestro questi ragazzi (quasi tutti studenti, anche se non mancano una pubblicitaria, l’assicuratore Arrisio, un consulente, un giardiniere) non hanno mangiato cotechino e lenticchie, stappato spumante, lanciato qualche petardo come gran parte dei loro coetanei. Hanno distribuito pasti caldi agli affamati e fatto giocare i bambini a duemila chilometri da casa propria.
“Nei villaggi – aggiunge Umberto Arrisio – esistono dei centri ricreativi dove possono stare insieme quando non ci sono attacchi in corso. Abbiamo portato tanti giochi ed è stata un’esperienza molto emozionante. L’aspetto devastante è non aver visto nemmeno un padre: sono tutti o al fronte o impegnati nelle poche attività ancora aperte. Noi volevamo stare vicini alle persone, portare un segno di pace e di speranza”.
Davide Maniaci