Il beato Olivelli ricordato con le penne nere a Bellagio, poi eventi a Tremezzo e Vigevano
Bellagio e Vigevano ricordano il beato Teresio Olivelli. Il giorno della memoria liturgica del martire lomellino era ieri, martedì 16, mentre oggi, mercoledì 17 gennaio, ricorre l’anniversario della morte. Il beato Olivelli, nato il 7 gennaio 1916 a Bellagio, è stato ucciso in odio alla fede, nel 1945, nel campo di Hersbruck. 79 anni fa la sua esistenza terrena si concludeva con l’estremo sacrificio. E La Chiesa, dopo un lungo iter, ha riconosciuto nel 2018 la santità di vita del giovane Teresio Olivelli proclamandolo beato.
Il ricordo del martire si esprime soprattutto con la preghiera e nella riscoperta della spiritualità e del carisma del beato. Fedeli, devoti ed estimatori del martire possono vedere nel Beato Olivelli un intercessore di favori e grazie celesti. Oltre che un esempio quotidiano. Gli insegnamenti di Olivelli, infatti, sono vicini ai tempi moderni: non ha esitato, armato di coraggio e fede, a vivere appieno l’identità cristiana. La memoria liturgica del beato Teresio Olivelli, fissata dalla Santa Sede il 16 gennaio di ogni anno, richiama le comunità parrocchiali delle diocesi di Como, dove è nato, di Vigevano dove è vissuto, di Pavia dove è stato alunno e poi rettore del collegio Ghislieri, dell’Ordinariato Militare e di Bamberga, in Germania dove è morto, a ricordare nella celebrazione della Santa Messa e nella Liturgia delle Ore il giovane martire della fede, ucciso nel campo di concentramento di Hersbruck, in Baviera, il 17 gennaio 1945. Morto a soli 29 anni, rappresenta oggi un fulgido esempio di carità per tutti i giovani. Ed è stata proprio la carità a segnare la sua breve, ma intensissima, vita. Quella di Teresio Olivelli è stata una vicenda umana e spirituale veramente straordinaria. Ha vissuto il suo tempo cercando di cristianizzare nel suo quotidiano la società: dall’inevitabile confronto con le dottrine atee e materialiste che hanno segnato i primi decenni del “secolo breve” fino al dramma della guerra che Olivelli ha vissuto sulla propria pelle nella drammatica ritirata di Russia dell’Armir, dal suo impegno nell’Azione cattolica fino all’esperienza resistenziale. Una vita breve culminata nella sublime imitazione di Cristo, in quell’offrirsi in olocausto che gli è valso l’appellativo di “Difensore dei deboli”.
La comunità di Bellagio ha ricordato il beato Olivelli con una serie di iniziative, volute dal parroco don Simone Tiraboschi, calendarizzate dall’11 al 16 gennaio. Giovedì 11 si è aperto il triduo in preparazione alla grande festa di domenica scorsa, 14 gennaio. La celebrazione domenicale delle 10 e 30 è stata presieduta da don Francesco Marinoni, arciprete di Gravedona, e animata dai cori di Bregnano e Bellagio. Prima della Santa Messa, alle 10, dalla chiesa di San Giorgio ha preso il via il corteo con la partecipazione delle autorità civili e militari, della banda di Rovenna e delle numerose penne nere. Al termine del corteo, proprio davanti alla parrocchiale, è stata posta una corona d’alloro sulla casa natia del martire. Nel pomeriggio di domenica, alle 16, è stato recitato il vespro solenne, mentre ieri, alle 20 e 30, è stata celebrata la solenne Santa Messa. Nella giornata di sabato scorso, 13 gennaio, a Tremezzo si è svolta la commemorazione civile del beato, seguita dalla celebrazione della Messa nella parrocchiale di San Lorenzo, proprio dove era parroco lo zio materno del martire monsignor Rocco Invernizzi. Anche la diocesi di Vigevano vuole ricordare “il suo” beato. Ieri, martedì 16 alle 18, è stata celebrata la Messa in cattedrale presso l’altare delle reliquie. Sempre nella giornata di ieri è stata inaugurata la mostra realizzata dall’Azione cattolica e collocata nel battistero della cattedrale. La mostra potrà essere visitata fino a Pasqua negli orari di apertura della chiesa. Domenica 4 febbraio, nell’anniversario della beatificazione, sempre in cattedrale, il vescovo monsignor Maurizio Gervasoni celebrerà la solenne Santa Messa.