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Isola. Un ‘angulus’ di un’illuminante sé stessa, ora viene alla luce nell’EP omonimo. A giugno è uscita un’anticipazione, ‘La mia compagna bionda’, con l’annesso e seducente video musicale. Ora il primo EP di Caterina Comeglio vede la luce. Cantante giovane, ma con un curriculum di tutto rispetto, ha messo la sua vita nei brani di questo EP. In ‘Isola’, ‘La mia compagna bionda’, ‘Perfetto momento’, ‘Rane’, ‘Latte intero’ e ‘Mentre gli altri’ la cantante mortarese mette in mostra sé stessa. Situazioni individuali ma che hanno dell’universale. Non è difficile riconoscersi e immedesimarsi. “È cominciato tutto nel 2020 – spiega Caterina Comeglio – quando ho scritto Isola e La mia compagna bionda. Era la fine dell’estate. Ero entrata in un momento creativo e allora mi sono detta: perché non andare avanti? Così sono arrivati tutti gli altri brani. Li ho registrati nell’estate del 2021. Con Mirko Puglisi ho trovato tutti i musicisti che avevo in mente per i miei pezzi. Tutti solidi artisti della scena milanese che sapessero giostrare nel mio EP, che considero un musical della mia vita”. Dunque Piergiorgio Elia al sax tenore e baritono, Daniele Moretto alla tromba, Alessio Nava al trombone, Alessandro Gallo alle chitarre, Jimi Straniero al basso e Max Furian alla batteria. Mirko Puglisi, pianista, ha curato gli arrangiamenti. “Dopo aver registrato – prosegue - c’era un’altra incognita da risolvere. Con che etichetta pubblicare? Alla fine, sono stata indirizzata verso la Hukapan. Le vicissitudini di pubblicazione non sono proprio brevi, così dall’estate 2021 siamo arrivati ad autunno 2022. Il 7 ottobre è infine uscito Isola. Una gran soddisfazione”. Un EP che si muove su diverse sonorità. Tra il Pop, il Jazz e il Rythm and Blues. Forma accurata e contenuto di spessore. Nulla viene lasciato al caso da Caterina Comeglio e la sua squadra. Essendo poi tutto suonato dal vivo, l’EP, pur nelle diversità stilistiche, ha una certa coerenza tra una traccia e l’altra. “Sono soddisfatta – dichiara – anche perché credo che le mie canzoni dicano qualcosa, che piacciano o no. È una fedele fotografia di me stessa, di come sono e di come vedo le cose. Sicuramente rappresentativo di un’individualità che si può rispecchiare nella molteplicità. Non vuole essere solamente un racconto soggettivo ma narrare storie di vita vera. Ho cercato, a differenza delle tendenze attuali, di mettere in luce un forte messaggio da trasmettere, oltre che a curare gli aspetti del sound. Queste canzoni hanno la loro forza”. Ed è proprio così. I disagi di una donna, i suoi conflitti, le sue aspettative, i conflitti con la società, le amare scoperte, la ricerca della propria identità. Sono tutte prospettive offerte all’ascoltare per valutare e condividere con Caterina Comeglio l’essere qui tutti su questa terra, a percorrere la stessa terra su sentieri diversi ma vicini e che si toccano in continuazione. È proprio un percorso con cui la cantante accompagna i fruitori nella geografia della sua isola interiore, quell’angulus di cui solo lei conosce i sentieri e in cui solo lei può fare da guida. “La scrittura dei pezzi – confessa – è istintiva. Non ci sono particolari modelli a cui ispirarmi, ma sicuramente non nego l’influenza inconscia di tutto quello che ascolto. I testi sono nati da occasioni casuali, incontri che ho avuto nelle mie giornate da quella tarda estate 2020. La macchina solitamente è un luogo creativo! – dice mettendola sul ridere. Ad esempio, La mia compagna bionda è nata casualmente mentre tornavo a casa dalle lezioni. Stavo ascoltando Radio Vigevano. Si parlava dell’iconografia dei presepi lignei barocchi, insistendo sul fatto che fosse molto distante dal vero storico visto che i personaggi ritratti sono tutti candidi, biondi, lindi. Poi dopo questo intervento hanno messo su un pezzo anni ‘80 con un bit che mi ha preso. Allora, tornata a casa, le due cose si sono fuse e ho sviluppato il brano. ‘Sarei stata perfetta per fare la Madonna nel presepe delle elementari ma hanno scelto la mia compagna bionda coi capelli lunghi e gli occhi chiari’ canto nel ritornello. Sono partita da frasi sparse che poi sono diventate un uno coeso”. Una musica toccante, ogni brano è davvero un frammento dell’anima della cantante mortarese. La sua voce, dolce e potente, tocca fino in fondo chi la ascolta, e scuote. È un ‘primo’ passo, già maturo, verso il suo riconoscimento artistico. Vittorio Orsin