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PAVIA - La "C.A.S.A." trasformata nell'anticamera dell'inferno. Maltrattamenti, urla, mortificazioni tali da generare un clima di costante subordinazione e umiliazione. Per non parlare del totale disinteresse verso sicurezza alimentare, igiene, vigilanza e necessità mediche. Vittime indifese nove ospiti residenti di una "C.A.S.A.", (comunità alloggio sociale per anziani), in provincia di Pavia, che dopo la chiusura della casa di riposo sono stati momentaneamente affidati alle rispettive famiglie, in attesa della ricollocazione da parte di Ats Pavia dei nove anziani in altre strutture sociosanitarie del territorio.I carabinieri del Nucleo anti sofisticazione di Milano, a seguito delle ordinanze emesse dal Gip del Tribunale di Pavia, hanno dato seguito nella mattinata di venerdì 14 ottobre a cinque ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti del titolare e di quattro sue collaboratrici di una comunità di alloggio sociale per anziani della provincia di Pavia. Inoltre, per tutti e cinque gli indagati, oltre al provvedimento restrittivo dei domiciliari, è scattata anche una specifica misura interdittiva: la "sospensione temporanea dell'esercizio di attività professionali relative ai servizi assistenziali alla persona". L'operazione di esecuzione delle misure cautelari per i cinque indagati è avvenuta con il supporto dei carabinieri e dell'autorità sanitaria pavese.L'indagine era iniziata nei mesi estivi e si è rapidamente conclusa con le misure scattate venerdì 14 ottobre. Nello specifico, l'attività coordinata dal Pm Giuliana Rizza si è avvalsa sia delle tradizionali tecniche investigative che di quelle più moderne, come quelle tecnico-captative che hanno consentito di evidenziare, nel corso dell'estate, sistematici e quotidiani maltrattamento nei confronti degli anziani ospiti della struttura.Ripetute ingiurie, urla, mortificazioni, ma non solo. Le risultanze investigative, inoltre, hanno anche permesso di cristallizzare un totale disinteresse per l'alimentazione, la sicurezza alimentare, l'igiene, la vigilanza e le necessità mediche degli stessi ospiti indifesi. A seguito dei maltrattamenti, la struttura è stata chiusa e il titolare insieme a quattro collaboratrici Oss risultano agli arresti domiciliari da venerdì.Intanto Ats Pavia è già al lavoro in stretta sinergia con le Forze dell’ordine per monitorare costantemente le condizioni dei nove ospiti. Una squadra composta dal direttore sanitario di Ats Pavia Stefano Boni, medici, infermieri e assistenti sociali immediatamente intervenuti sul posto, stanno valutando le loro condizioni ospiti, per ricollocarli immediatamente in altre strutture sociosanitarie del territorio.“Siamo in costante contatto con le famiglie dei nove anziani - assicura Lorella Cecconami, direttore generale di Ats Pavia - che erano ospitati nella struttura e che stiamo attualmente ricollocando in altre Rsa e strutture sociosanitarie del territorio. Situazioni come questa confermano quanto l’attività di vigilanza ordinaria e straordinaria su tutte le strutture che ospitano soggetti più o meno autosufficienti, sia di fondamentale importanza, così come la preziosa e costante collaborazione con le Forze dell’ordine”.Riccardo Ca