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NICORVO - Il mistero di un gatto torturato. Un atto di crudeltà gratuita scuote la comunità di Nicorvo. Nel pomeriggio di lunedì 25 novembre, un gatto nero maschio, evidentemente ferito, è stato trovato in un grave stato di maltrattamento da una donna residente nel paese. La cittadina si è avvicinata al felino per accarezzarlo e ha notato un filo di ferro attorcigliato intorno al suo collo, in modo deliberato. Subito ha portato il micio dalla veterinaria. La situazione si è rivelata ancora più tragica quando, dopo averlo sedato per poterlo curare, la veterinaria Micaela Bergantin ha constatato che il filo di ferro era stato attorcigliato intenzionalmente attorno al collo dell’animale, con la probabile intenzione di strangolarlo. “Si trattava di un filo di ferro – racconta la dottoressa Bergantin – che sembrava essere stato messo lì con l’intenzione di soffocare il gatto. Il danno era già grave, ma il fatto che fosse stato lasciato crescere e che l’animale non fosse stato soccorso prima, indica una brutalità inaccettabile”. Secondo la veterinaria, l’animale potrebbe essere stato un cucciolo che, nel corso della crescita, ha visto il filo di ferro stringersi attorno al suo collo, causando gravi danni fisici e psicologici. “Non è escluso che il gatto sia stato sottoposto a questo trattamento orribile da quando era molto giovane – spiega – lasciandolo crescere in una sofferenza continua”. Il caso ha scosso la comunità di Nicorvo, dove le autorità locali si sono subito mobilitate. Il sindaco Michele Ratti ha confermato che la denuncia per maltrattamento di animali contro ignoti è in fase di preparazione. “Questo è un atto di crudeltà gratuita – dichiara il primo cittadino – una violenza inaccettabile nei confronti di un essere vivente. Abbiamo deciso di agire subito, anche per cercare di risalire al responsabile di questo gesto inumano”. Purtroppo, il gatto non era dotato di microchip e non era stato sterilizzato, il che rende più difficile risalire al suo proprietario o, almeno, ad eventuali testimoni. Al momento, non ci sono indizi che possano portare all’identificazione di chi ha compiuto questo crimine.  “Questo è solo l’ennesimo caso di crudeltà verso gli animali – conclude Bergantin – ma vogliamo che sia anche l’ultimo. Dobbiamo sensibilizzare le persone riguardo al rispetto per gli animali e alla loro protezione. Gli animali non sono oggetti, ma esseri viventi che meritano di essere trattati con amore e rispetto”.

m.f.