Gravellonese: 75 anni di calcio sognando una «casa» tutta per il club
GRAVELLONA - L’Unione sportiva festeggia settantacinque anni di storia inseguendo un sogno. Sarà un’altra stagione pregna di emozioni. E quest’anno potrebbe arrivare finalmente la tanto attesa club house.
Quello che è emerso dalla festa inaugurale dello scorso giovedì 21 luglio è questo: i punti di forza sono la passione e il gruppo. Chi aderisce al progetto dell’Us Gravellonese lo fa per amore. Non si veste la casacca arancioverde né per soldi né tantomeno per la gloria.
Umiltà, sudore e sacrificio portano avanti una squadra che ogni settimana vuole divertirsi e divertire. Fondamentale è il sostegno di una comunità che crede in loro con buono o cattivo tempo che sia. Per mantenere il gruppo sono stati confermati tutti gli effettivi della rosa. Per rinvigorirsi sono invece arrivati ben otto nuovi acquisti.
“Molti dei quali - spiega il presidente Paolo Vecchi - innalzeranno significativamente il livello tecnico. Quest’anno siamo ancora più competitivi e possiamo fare meglio”.
Nona nello scorso campionato di Seconda categoria, la Gravellonese punta ora a giocarsi i playoff a fine stagione. Quest’anno c’è più ambizione, più fiducia. E anche più voglia di dare finalmente una casa dignitosa alla squadra. Lo scorso giovedì festeggiavano i 75 anni tanto i giocatori quanto lo staff. Ma festeggiavano anche le parole del vicesindaco Walter Cividini, che ha promesso che i lavori alla club house riprenderanno a settembre.
“Sono ormai due anni - racconta ancora Paolo Vecchi - che conviviamo con un cantiere. Logisticamente è complesso. Noi non abbiamo una sede adeguata, mentre i tifosi devono barcamenarsi anche solo per andare al bagno”.
Anche la club house è un traguardo, un modo per affermarsi ancor di più su un territorio che già ama la propria squadra. Non ci sarebbero altrimenti state più di cento persone al rinfresco. Questo vale anche perché chi ora si ritrova con le redini della squadra, un tempo ci militava in prima persona. E’ una continuazione storica quasi familiare, tra persone che, prima sul campo e poi tra gli uffici, mantengono viva una società piccola ma duratura.
“Tre quarti di secolo - ribadisce Paolo Vecchi - ma il momento per rendersi protagonisti è ora. Da questo anniversario vogliamo regalarci un sogno”.
I ragazzi ci credono, e così anche i tifosi pronti a supportare lungo il cammino. Alla fine, come sempre, deciderà il campo.
Gabriele Tocchio