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CILAVEGNA – Un clima infame, meteorologicamente parlando, non ha giovato all’asparago di Cilavegna. La stagione del raccolto del candido ortaggio marchiato De.Co, ormai archiviata, lascia l’amaro in bocca per via del tonnellaggio, diminuito rispetto al 2022 di circa il 20 per cento. Un aprile siccitoso ma con temperature minime basse che ha costretto a partire in ritardo e poi un maggio fresco ed estremamente piovoso che ha “bagnato” e reso difficile la raccolta.
“Abbiamo iniziato la coltivazione – spiega Gianpiero Campana, presidente del ConPac, il consorzio storico per tutelare e vendere l’asparago bianco-rosato – alcuni giorni dopo il previsto, abbiamo recuperato un po’ in corsa terminando il 25 maggio. La media per i produttori della mia associazione, 5 totali, è di quattro quintali di asparagi ciascuno. L’invenduto, comunque poco, diventa conserva in vasetto per i mesi invernali. Riforniamo anche cinque nuovi ristoranti, due della provincia di Novara, e uno stellato. Il prodotto ormai è riconosciuto per la sua qualità”.
Paolo Banfi, Apac, Associazione produttori asparagi cilavegnesi, conferma il dato in calo. “Se è vero che il numero di ortaggi è diminuito di circa un quinto per via del meteo, contro cui non puoi fare nulla – aggiunge – noi siamo soddisfatti della qualità del prodotto. Meno asparagi, ma buonissimi, con tantissimi acquirenti che se li sono contesi. Non siamo riusciti a soddisfarli tutti. Chi li ha voluti? Soprattutto privati, gente che ama mangiare bene anche a casa propria e quindi è disposta a spendere qualcosa in più per un prodotto di eccellenza”.

Davide Maniaci