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MEDE – Lo statuto comunale va verso l’approvazione, non senza qualche patema. Il consiglio di mercoledì mattina, orario inconsueto, ha permesso di ottenere all’amministrazione comunale la maggioranza che cercava. Dopo la bocciatura il 23 giugno, con 6 voti favorevoli al nuovo statuto e 5 contrari, non sufficienti in quanto servivano il 66 per cento di “sì”, serviva un quorum più morbido, cioè la maggioranza semplice. Proprio l’orario di lavoro ha scoraggiato alcuni: la minoranza era presente soltanto in due su quattro, cioè Antonella Bertarello e Giacomo Poles Rossanigo. Entrambi, insieme al presidente del consiglio comunale Simone Annibale Ferraris (nella foto), hanno poi deciso di non partecipare alla votazione. 
Il risultato è stato quindi un “sì” unanime: della maggioranza non mancava nessuno. Da regolamento, servirà un’altra seduta consiliare con lo stesso esito per far sì che il nuovo statuto comunale passi agli atti. Sarà molto probabilmente in una data più canonica, venerdì 21 luglio alle 21, e si voterà anche l’equilibrio di bilancio. Lo statuto comunale non veniva aggiornato da vent’anni, e per farlo è stata creata una commissione apposita di cui facevano parte per la maggioranza Lucrezia Prestini e Martina Fasani, per l’opposizione Maurizio Donato e Antonella Bertarello. Inoltre c’era il presidente del consiglio comunale, Simone Annibale Ferraris. L’articolo proposto da Donato e Bertarello, quello sul bilancio partecipato, non è stato poi inserito nello statuto con una modifica in extremis. Da qui la scelta di votare contro, con Ferraris che si è accodato. 
“Il bilancio partecipato – ha spiegato Bertarello –  prevede che si destini una parte di denaro per rispondere a esigenze manifestate da associazioni o gruppi di cittadini. Non è vincolante, ma avvicina la comunità alla gestione della cosa pubblica e prende parte anche alle scelte. Noi siamo convinti che è un modo per avvicinare i cittadini che non sono più affezionati alla politica amministrativa: prova ne è stata la scarsa partecipazione al voto anche alle ultime comunali. La scorrettezza è stata che in commissione tutti erano d’accordo, Prestini compresa, che lo ha dichiarato anche durante il primo consiglio. Ma poi, allineati come i soldatini, hanno votato come ha voluto il sindaco, Ferraris escluso. È stato come delegittimare il lavoro fatto. Un altro articolo su cui il sindaco non è stato d’accordo è quello della figura del consigliere anziano (non è il più vecchio, ma quello che ha ricevuto più preferenze della lista che ha vinto: in questo caso l’assessore al sociale Marco Correzzola, ndr) che potrebbe sostituire il presidente del consiglio comunale, se assente. Su questo, abbiamo ceduto e accettato di toglierlo”. 
Le parole di Simone Annibale Ferraris in consiglio comunale, di cui esiste registrazione sul sito web dell’amministrazione, sono state ancora più dure. 
“La commissione – le sue parole durante la seduta – si era riunita ripetutamente, in modo proficuo, ed era stato raggiunto un accordo di massima che si è deciso di cambiare. Le regole si stabiliscono di comune accordo. Oggi l’amministrazione comunale ce l’ha anche fatta, ma è al capolinea ed è questione di tempo. Risponderà delle sue azioni”. 

Davide Maniaci