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MEDE – Un’associazione, quella dei Fiö d’lä lippä nata nel 2007, anche se la prima partita si è giocata domenica 6 ottobre 2002 nel corso di una trasferta non ufficiale a Verona. Il primo torneo internazionale di lippa si è tenuto a settembre del 2004. “Dal 2002 – spiega il presidente Pier Angelo Boccalari, memoria storica assoluta medese – siamo ospiti fissi al Tocatì, il festival internazionale dei Giochi di strada, organizzato da sempre da Aga , l’Associazione giochi antichi di cui facciamo parte con la Rete nazionale dei giochi. Al Tocatì partecipano annualmente squadre italiane ed estere e c’è sempre una nazione ospite d’onore: quest’anno era il Portogallo. I Fiö d’lä lippä partecipano regolarmente a tornei nazionali ed internazionali, riscuotendo anche buoni risultati. Dell’associazione fanno parte circa una ventina fra giocatori e giocatrici tra cui alcuni veterani, ma anche giovani promesse motivate a proseguire con impegno e determinazione”. Nel 2021 Boccalari ha dedicato un libro a loro e alla loro storia. “Attualmente – prosegue – c’è molta soddisfazione di gruppo per il fatto che portando il gioco della lippa nelle scuole e nelle aree di gioco per ragazzi, cresce l’interesse per la pratica. Si ricorda che l’associazione, unitamente ad altre 30 comunità italiane associate per la salvaguardia dei giochi antichi, ha recentemente ottenuto dal Ministero della Cultura il riconoscimento dell’Unesco sul Registro delle buone pratiche per i beni immateriali dell’Umanità”. Risale proprio alla scorsa settimana la comunicazione del fatto che sei giochi tradizionali lombardi abbiano ottenuto il riconoscimento dell’Unesco come patrimonio culturale. Si tratta delle “comunità di gioco” della Lombardia incluse nel ‘Tocatì’, il programma condiviso per la salvaguardia di giochi e sport tradizionali ufficialmente iscritto nel Registro delle buone pratiche Unesco per la salvaguardia del patrimonio culturale Immateriale. Oltre ai Fiö d’lä lippä con la Ciaraméla di Mede ci sono anche la Morra di Barbariga (Brescia), Sburla la Roda di Fossacaprara, nel cremonese, il Bisse di Desenzano del Garda, il Pirlì di Gaverina Terme (Bergamo) e la Bala Creela di Gianico, in provincia di Brescia. “Il diciassettesimo Comitato intergovernativo della convenzione Unesco - ha evidenziato l’assessore regionale alla Cultura, Francesca Caruso - ha apprezzato il dossier di cui l’Italia è capofila e al quale, come Regione Lombardia, abbiamo contribuito concretamente. I giochi tradizionali fanno parte della nostra storia e hanno una grande valenza culturale che viene riconosciuta anche dal massimo organismo internazionale”. Sempre nei giorni scorsi, al Ministero della Cultura, si è svolta la cerimonia delle pergamene per celebrare il traguardo raggiunto.
L’impegno di Regione Lombardia si allarga anche a progetti di partenariato europeo come il “Living Heritage Journeys. The integration of intangible heritage into cultural heritage tourism experiences”: “L’assessorato regionale alla Cultura, con l’archivio di Etnografia e storia sociale - ha sottolineato Caruso - è partner associato con altre 20 importanti istituzioni europee in questa iniziativa che punta a creare sinergie tra i vari gruppi e favorire un turismo legato anche al patrimonio culturale immateriale. In questo senso il riconoscimento dell’Unesco è un passo significativo nel processo strategico di salvaguardia che vogliamo attuare”. “I giochi tradizionali - ha concluso Caruso - sono elementi di vitalità nei territori in cui si praticano e non devono cadere nell’oblio. L’obiettivo è contribuire a far conoscere queste pratiche come patrimonio culturale, attribuendo ad esse tutto il valore che meritano”.

Davide Maniaci