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VALEGGIO – Il libro “Il mondo al contrario” del generale dell’Esercito Roberto Vannacci sarà presentato nell’ex scuderia del castello di Valeggio. La serata di domani (giovedì), con inizio alle 19, è un’iniziativa dell’ex consigliere regionale della Lega Nord Lorenzo Demartini. Che promette: “Andrò a Lourdes in bicicletta se il generale deciderà di impegnarsi in prima persona per cambiare questo Paese”. Demartini è stato per anni un uomo di punta della Lega Nord: assessore provinciale alla Cultura dal 2001 al 2005, consigliere regionale dal 2005 al 2010 e sindaco di Mede dal 2011 al 2016. Poi l’abbandono della vita pubblica e il trasferimento con la famiglia da Mede a Pieve Porto Morone, nella bassa Pavese. “Ho chiamato Vannacci in Lomellina – anticipa – perché condivido in pieno i contenuti del libro, scritto contro il pensiero unico di questi ultimi anni. Sono rimasto affascinato dalla figura di questo generale dell’Esercito, che la pensa come milioni di persone che hanno il buon senso come valore di riferimento”. Molti interpretano la serata di Valeggio come un ritorno di Demartini in politica. “Nulla di tutto questo – chiarisce – Non ho più tessere politiche in tasca: l’unica nel mio portafoglio è quella di Orio Bike, gruppo ciclistico del Lodigiano. D’altronde, non avrei più il tempo di ricoprire una carica pubblica visto che la mia professione di responsabile dei processi tecnico-diagnostici all’Asst Pavia, di base all’ospedale di Stradella, non me ne lascerebbe il tempo”. La serata di Valeggio è solo una sua idea? “Certamente – risponde – Sarà una serata di confronto e di discussione: lo stesso Vannacci ha posto la condizione che sia una serata apartitica. Ovviamente io condivido le idee del generale, che voterei se decidesse un giorno di candidarsi a una carica pubblica. Sono tornato a provare solo con Vannacci quel pathos che la politica di questi anni mi aveva fatto scordare”. Il partito in cui ha militato per tanti anni non la emoziona più? “Sono con la Lega di Salvini quando sostiene di voler cambiare l’Europa, ma non quando s’intestardisce a volere il ponte sullo Stretto di Messina – conclude – Ora mi batto contro il pensiero unico: se dico che il miglior amico di mio figlio è un bravo marocchino, non sono razzista, ma lo divento se dico che abbiamo lasciato le nostre piazze nelle mani degli extracomunitari?”.