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VIGEVANO - Durante la stagione estiva si assisterà ai lavori di ristrutturazione delle parti più ammalorate del canile di Vigevano, ma i volontari alzano la voce per evidenziare le situazioni di criticità della struttura. “Il problema più grave è che mancano i box sanitari per gli animali – fanno sapere i volontari – soprattutto per destinare al loro interno i cani appena arrivati”. La sollecitazione arriva proprio da parte del consiglio dell’Adai, l’associazione che si occupa dei cani presenti nel canile municipale di Vigevano, ancora chiuso dopo che la scorsa settimana tre cuccioli erano deceduti a seguito della positività al parvovirus. Il 7 giugno la struttura di via Valletta Fogliano è stata sanificata con l’obiettivo di debellare completamente il virus in questione. L’attuale situazione in cui verte il canile però preoccupa particolarmente i volontari: “Non essendo presenti i box sanitari quando un cane arriva nella struttura non può fare i dieci giorni in isolamento necessari per essere certi che non presenti nessuna infezione – proseguono i volontari di Adai – spesso ci siamo trattenuti ma la situazione è questa e vogliamo ricevere delle risposte esaustive, anche perchè i serragli che abbiamo chiesto non sono mai arrivati. Ad ogni modo i volontari tra le loro mansioni non dovrebbero avere anche quelle di pulire e fare manutenzione, visto che c’è chi riceve soldi per svolgere queste attività”. Il tema del canile sta a cuore anche a Mara Fabrini, vice presidente nella consulta regionale per il benessere animale e rappresentante politico di Forza Italia che per anni ha denunciato le “preoccupanti condizioni in cui verte il canile di Vigevano. La tutela dei nostri amici a quattro zampe deve avere la priorità su tutto. Questo è un tema sul quale ho sempre combattuto dando il meglio di me. Nel territorio lomellino, pavese ma anche in altre parti d’Italia: ho fatto attivismo come meglio potevo. Era ora che le condizioni del canile di Vigevano finissero sotto i riflettori dell’opinione pubblica. Quanto accaduto lascia tutti sgomenti, visto che sul sito ufficiale del Comune di Vigevano si da esplicitamente atto del fatto che l’usura della pavimentazione del canile rende sempre più complessa l’attività di pulizia. Da qui, verosimilmente, il diffondersi dell’infezione virale che ha portato al decesso di cuccioli e alla chiusura della struttura per consentire la completa disinfezione. Se si considera che l’amministrazione comunale è sempre stata consapevole di quanto fosse grave la situazione, la responsabilità di quanto accaduto è da ricondurre al sindaco, in quanto nella sua qualità di autorità sanitaria locale, ex art.3 del Dpr 31.031.1979 rispetto al quale vanta una posizione di garanzia, avrebbe dovuto adoperarsi per ovviare allo stato di degrado della struttura”.Anche Ats Pavia non più tardi dello scorso marzo si era mossa inviando tramite il proprio dipartimento veterinario una lettera a Asmv per evidenziare le carenze igenico sanitarie della struttura. Alle criticità evidenziate dai volontari di Adai arriva la smentita di Andrea Deplano, direttore della municipalizzata che si occupa anche della gestione del canile di via Valletta Fogliano: «Tutti i cani che sono stati sottoposti ai test sono risultati negativi al parvovirus, quindi non si può parlare di epidemia. Purtroppo i tre cuccioli presentavano già questa malattia ancor prima di entrare nella nostra struttura. Affermare che sussistano condizioni di criticità dal punto di vista sanitario lo considero un attacco bello e buono. Dodici anni fa, quindi prima che Asmv lo prendesse in gestione, le condizioni del canile erano nettamente peggiori. Nel 2014, proprio quando abbiamo iniziato ad occuparcene, il primo intervento che abbiamo effettuato riguardava la sostituzione di un impianto elettrico obsoleto e quindi potenzialmente pericoloso». Deplano spedisce di fatto al mittente le accuse mosse da Adai. “La manutenzione del canile è sempre stata una nostra prerogativa. Venendo alla situazione attuale siamo di fatto pronti a partire con una serie di progetti sui quali abbiamo lavorato da tempo. Qualcuno ha interpretato il fatto che abbiano richiesto del tempo come un segno di disinteresse da parte nostra, ma non appena il canile avrà cambiato volto ci si renderà conto del nostro impegno e operato”.   

Edoardo Varese