Risaia “assistita”: la metà delle piantine è scampata al raid degli eco-vandali
MEZZANA BIGLI – Riparte la sperimentazione nella risaia coltivata con le Tecniche di evoluzione assistita (Tea) semidistrutta nella notte fra il 20 e il 21 giugno scorsi. Nell’appezzamento di 28 metri quadrati alla cascina Erbatici, inaugurato il 13 maggio scorso nella proprietà Radice Fossati Confalonieri, si è salvata circa la metà delle piante provenienti dai laboratori dell’Università Statale di Milano. E il raccolto si terrà come previsto in origine: tra la fine di settembre e la metà di ottobre, come succede nelle altre decine di migliaia di ettari a risaia fra Pavia, Novara e Vercelli. “Abbiamo ricostruito – spiega Vittoria Brambilla, docente di Botanica e coordinatrice del gruppo di ricerca – un campione composto da un centinaio di piantine e quindi la sperimentazione potrà proseguire, anche se ovviamente con un valore scientifico ridotto rispetto a quanto preventivato. Abbiamo inviato una comunicazione al ministero dell’Ambiente: allo stesso tempo, il proprietario Radice Fossati Confalonieri è riuscito a ripiantare subito una parte delle piante tagliate, che adesso si sono riprese e stanno crescendo apparentemente bene”. Il progetto di ricerca prevede la coltivazione sperimentale di riso Tea affiancata a un’altra di riso convenzionale, cioè coltivato con i fertilizzanti. “Il motivo è semplice – chiarisce Brambilla – Dobbiamo verificare sul campo se il fungo responsabile del brusone attacca nello stesso momento i due tipi di riso: osservando le file affiancate, possiamo capire in diretta se le piantine Tea resistono al brusone”.
Proprio ieri (martedì) la sperimentazione in laboratorio è stata prorogata per il 2025 con l’approvazione dell’emendamento al dl Agricoltura: il riso, fra l’altro, porterà con sé i progetti di ricerca sulla vite e sul pomodoro, il primo sviluppato dall’Università di Verona e il secondo dal Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea), ente di ricerca ministeriale con sede a Roma. Il progetto dell’Università di Torino sulla melanzana, al momento, è ancora in fase di completamento. Il vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio, commenta l’approvazione dell’emendamento: “Una buona notizia per chi scommette su un’agricoltura innovativa e di qualità. Ma è anche una risposta agli ecovandali che hanno distrutto il campo di Mezzana Bigli e a un’Europa che continua a ritardare il riconoscimento di questa tecnologia e la sua libera commercializzazione. Questi ostacoli non fermeranno il lavoro di ricercatori e agricoltori e, di certo, non scoraggiano la volontà della Lega e di tutta la maggioranza di sostenerlo”.
E sabato a Mezzana Bigli ci sarà un presidio contro le Tea, definite “nuovi Ogm”. L’idea della manifestazione pubblica arriva dalla sezione bergamasca del gruppo ecologista radicale “Resistenze al nanomondo”, che dalle 15 alle 18 si ritroverà in piazza Eugenio Radice Fossati Confalonieri per ribadire il suo no “all’agricoltura 4.0 e a ogni manipolazione genetica nei campi e nei corpi per l’indisponibilità del vivente al mondo laboratorio”. Il presidio prevede anche vari interventi, fra cui quello dell’agronomo Mario Apicella, rappresentante del gruppo Conca per l’evoluzione agricola. Poi banchetti informativi e scambio di semi antichi.
Umberto De Agostino