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ROBBIO - «Scusate il ritardo». Potrebbe tranquillamente definirsi tale l’atteso (attesissimo in realtà) debutto della «Società storica robbiese». E non certo per mancanza di volontà, iniziativa o per pigrizia. La maledetta pandemia ha ritardato di circa quattro anni il debutto della nuova realtù culturale che si appresta ad esordire in quel crogiolo di cultura, iniziative ed enti che risponde al nome di «Robbio». E’ bene riavvolgere il nastro a sabato 11 gennaio 2020. 
Quel sabato di quattro anni e mezzo fa, la sala consiliare del Comune di Robbio presentava alla cittadinanza la neonata «Società storica robbiese», presieduta da Ambrogio Bernini. Fu una conferenza a tema a tenere a battesimo la nuova realtà culturale. In particolare la Via Francigena e i suoi «Cammini in corso». Poi, la pandemia mondiale ha decisamente rallentato le attività e soprattutto dilatato i tempi. Che, finalmente, sembrano essere maturi. Si arriva così a martedì 18 giugno, quando i sette soci fondatori hanno comunicato di aver portato a termine il macchinoso iter burocratico. Delle autentiche barriere che nemmeno il Covid è riuscito ad abbattere realmente. Ma adesso ci siamo. Robbio, antica «Pieve Eusebiana», nel Medioevo nota come «comarcha», perché terra di confine tra Pavia e Vercelli, e il suo circondario possono essere fonte di abbondante materiale di studio. 
“Dai primordi storici - illustra il presidente della Ambriogio Bernini - al «Novecento» dal ricco sviluppo industriale, fino ai giorni nostri”. Da qui, messi nero su bianco, gli impegni statutari: divulgazione della storia locale, conservazione del patrimonio artistico e, non da ultimo, organizzazione e gestione di attività culturali”.
Nell’immediato futuro, dopo l’estate, in programma un intenso mese di settembre per la «Società storica robbiese»: iniziativa pubbliche per la presentazione del programma elaborato dal Consiglio direttivo e provvederà a raccogliere le adesioni dei soci ordinare. 
E decollare una volta per tutti all’insegna della cultura.  

Riccardo Carena