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Le proposte del nuovo ‘Piano d’azione per migliorare la salute dei cittadini europei’ rischiano di danneggiare il made in Italy, con gravi ripercussioni su alcuni settori chiave della Lombardia e del nostro Paese. Per questo i consiglieri regionali di Forza Italia Claudia Carzeri e Ruggero Invernizzi (presidenti rispettivamente delle commissioni Territorio e Agricoltura) hanno scritto una lettera all’ex premier Paolo Gentiloni, Commissario Europeo all’Economia. Tra i punti critici della proposta UE l’introduzione, entro il 2023, di allarmi per la salute nelle etichette delle bevande alcoliche e la mancata promozione dei prodotti associati ai rischi di tumore, come le carni rosse e i trasformati. Una politica che ‘demonizza’ questo genere di prodotti, come a sancirne in maniera capziosa una ‘pericolosità' per il nostro organismo che non esiste in alcun modo. “È pericoloso e ingannevole - prosegue la nota - applicare questo genere di etichette a prodotti di ottima qualità che da tempo immemore si trovano sulla nostra tavola da pranzo e fan parte della nostra tradizione gastronomica e culinaria”. A detta di Carzeri e Invernizzi queste scelte “penalizzerebbero molto la produzione del made in Italy come il settore vitivinicolo di cui l’Italia è il principale produttore. Eccellenze che hanno bisogno di sostegni -anche europei - per farsi conoscere sul mercato e che rischiano invece di essere condannate all’estinzione”. Un settore, quello vitivinicolo, che nel 2020 ha fatturato oltre 11 miliardi, con una filiera che dà lavoro a 1,3 milioni di persone confermando l’Italia come leader mondiale. Il tema riguarda anche la Lombardia, che da sola produce 1 milione e 300mila ettolitri di vino, con una superficie di 30mila ettari coltivati a vigneto. Per non parlare delle ricadute sulla produzione e il consumo di carne rossa, che secondo le stime viene consumata più di una volta a settimana da un lombardo su due. In Lombardia sono circa 7000 le stalle a indirizzo produttivo da carne, con più di 300mila bovini e una produzione annua di oltre 300mila tonnellate. Nella loro missiva, Carzeri e Invernizzi si appellano quindi al commissario Gentiloni affinché “si faccia promotore di un’azione volta a eliminare dal Piano le proposte citate, che andrebbero a danneggiare le nostre produzioni a discapito della diffusione del made in Italy nel mondo”