Un tavolo permanente di confronto. Per gestire l’emergenza e, perché no, per guardare al futuro della città. E’ questa la richiesta che Ascom Mortara ha inviato lunedì scorso, 18 gennaio, agli inquilini del palazzo municipale. “I commercianti di Mortara, - si legge nella missiva firmata da Edoardo Rossi (nella foto) e Alberto Zaverio, rispettivamente presidente e segretario di Ascom Mortara - come ben sappiamo, stanno attraversando un periodo di difficoltà e di timore per il futuro, per un 2021 che, ad oggi, non sembra ancora lasciar intravedere né una schiarita in materia sanitaria né un futuro imminente di ripresa. In uno spirito di unità di intenti, certi che la collaborazione sinergica tra il mondo del commercio e quello delle Istituzioni, soprattutto nel nostro caso a livello locale, possano contribuire quanto meno ad una condivisione delle misure necessarie a contenere disagi e sofferenze, vorremmo fosse altresì costituito un “Tavolo per l’Emergenza” che possa costituire un momento di confronto e l’occasione per pianificare iniziative che possano ridare fiato alle attività commerciali che rappresentiamo e creare le condizioni per un futuro, che ci auguriamo imminente, di ripresa e rilancio della Città e del suo tessuto imprenditoriale e commerciale, così messo a dura prova dalla pandemia, quasi ad un anno dalla sua prima dolorosa comparsa”. In sintesi, Ascom chiede sì una collaborazione per la gestione di questa fase emergenziale, ma anche una certa programmazione per il futuro. Programmazione, la parola magica invocata da molti e molto raramente messa in campo dalle parti di piazza Martiri delle Libertà. Un’idea, quella appunto della programmazione, che richiede competenze e sforzi cognitivi per provare ad avere un’idea del futuro e che impone anche scelte precise. Di contro è sicuramente più comodo vivacchiare alla giornata, pensando al massimo a cosa potrà accadere domattina, in piena pandemia poi… Va da sé che negli ultimi anni, forse decenni sarebbe il caso di dire, Comune e Commercio hanno vissuto su binari paralleli andando avanti all’insegna della normalità. Sì, magari si sono incrociati di tanto in tanto, vedi per quanto riguarda la Sagra, ma nulla più. E’ mancata ad esempio la volontà, da ambo le parti è evidente, di realizzare un piano del Commercio: un’iniziativa di progettazione ideale della città del futuro. E oggi Mortara raccoglie i frutti delle deficienze del passato: vetrine spente e serrande abbassate sono il frutto di politiche sbagliate, di occasioni perse, di sinergie mai nate veramente. Il momento buono era ovviamente negli anni Novanta, ma tutto andava bene, i supermercati erano ancora pochi, i cinesi se ne stavano ancora in Cina e allora… perché investire? Poi i supermercati sono aumentati, i cinesi ci hanno comprato e i mortaresi hanno iniziato a fare acquisti online. E la frittata è stata fatta. Oggi, quando resta viva la speranza che non sia troppo tardi, Ascom prova a ri-allacciare un dialogo con il Comune per provare a dare un colpo di coda. Anche con un po’ di orgoglio e amor proprio. Prima della resa è necessario combattere con tutte le forze, spendendo sul campo le ultime energie. La pandemia ha portato al pettine tutti i nodi di una situazione che stava lentamente volgendo al collasso. Il Covid ha solo accelerato i tempi. Questo è il momento in cui bisogna guardare al futuro, provare a immaginare non tanto cosa succederà domani mattina, ma che Mortara si vuole tra due o tre lustri. Serve la capacità di guardare avanti, lasciandosi alle spalle simpatie e antipatie, odi e rancori, che inevitabilmente serpeggiano in un grande paesone di campagna come Mortara. Serve una prova di maturità. Perdere ancora tempo sarebbe fatale per la città. Per tutta la città.