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MORTARA - Gioachino Palestro lascia la presidenza del Consorzio di tutela del Salame d’oca di Mortara. Ancora. Lo aveva già fatto nel 2016, alla vigilia della sagra numero 50, in aperto contrasto con la situazione che era venuta a crearsi attorno alla principale manifestazione mortarese, tanto che lo stesso “Peter pan della Padania”, come ebbe a definirlo Paolo Massobrio, tagliò corto: “Mi sono tolto un peso”. Oggi ci risiamo, il Consorzio resta acefalo: “Ho inviato le mie dimissioni ai consorzisti, lascio per motivi personali – spiega Gioachino Palestro (nella foto) – con loro non ho nessun problema. Anzi, sono pronto a collaborare”. Ma dal settembre 2016 allo scorso 25 novembre, giorno in cui Palestro ha firmato le dimissioni ne è passata di acqua sotto i ponti. Alla vigilia del 50esimo della sagra, Franco Tolasi della salumeria Nicolino venne eletto presidente del Consorzio, incarico mantenuto due anni e mezzo. Poi passava la mano. A fine marzo Tolasi 2019 lasciava l’incarico: “In un clima sereno ho preferito passare la mano, il mio operato non era più in linea con le aspettative dei soci”, queste all’epoca le sue parole lontane da ogni riferimento polemico. Nel mezzo, però, le grane non sono mai mancate: a fine 2017, infatti, lo storico segretario Fabio Boggiani lascia l’incarico e i produttori di salame d’oca restano senza un ufficio segreteria. Il presidente Tolasi ha dovuto cosi smazzarsi il doppio incarico togliendo anche spazio alla propria attività. Nella primavera dello scorso anno torna così in sella Gioachino Palestro, dapprima “con riserva” e poi ufficialmente. Ma i grattacapi per il Consorzio rimangono. Su tutti il disciplinare di produzione e le certificazioni Igp. Nel giugno 2019 la strada della “questione disciplinare” sembrava in discesa: a Roma, Gioachino Palestro e Eugenio Guarnaschelli incontravano i funzionari del Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo. Il nodo del contendere era l’alimentazione delle oche e la delegazione mortarese strappò la promessa di una deroga al disciplinare stesso per poter utilizzare il marchio Igp. Ma nel 2019 nessuno dei produttori mise in vendita il salame con il marchio di qualità. E tra un problema e l’altro, l’approvazione del nuovo disciplinare è ancora oggi bloccata e la burocrazia si rimpalla la questione tra Bruxelles e Milano. A questo si aggiunge, nel primo semestre di quest’anno, la doppia uscita dei soci vigevanesi Italo Bertoni (ha cessato l’attività) e Davide Caserio. Attualmente gli obiettivi per il Consorzio sarebbero due: risolvere la vexata quaestio del disciplinare e trovare una nuova azienda certificatrice, visto che l’attuale non riscontrerebbe più il gradimento dei consorzisti. Oltre a trovare un nuovo presidente, ovviamente. “Regione Lombardia ci sta facendo letteralmente impazzire per il disciplinare, ma non bisogna cedere di fronte alla burocrazia. Anzi farò sempre tutto il possibile per tenere in vita il Consorzio. – commenta a freddo Gioachino Palestro – Sono pronto a collaborare sin da subito con i soci”. Ma il Consorzio può avere un futuro? La risposta del presidente dimissionario è positiva. “Certo che possiamo avere un futuro, ma a patto che tutti certifichino il loro prodotto. – incalza – Il Consorzio avrà un futuro solamente se vorrà puntare sulla qualità, il marchio Igp è importante per affrontare e vincere sfide commerciali importanti. Oggi i consumatori cercano la qualità, non la quantità”. E qualità vuol dire marchio Igp, “un adesivo” che incide sul costo di produzione per una cifra compresa tra 50 centesimi e un euro al chilogrammo. A tenere banco restano dunque le dimissioni di Palestro che dovranno essere discusse alla prima riunione utile del Consorzio. Un incontro che potrebbe già svolgersi entro una settimana. “Abbiamo da affrontare diverse e importanti questioni: – commenta Franco Tolasi – ci sono problemi legati alla certificazione riscontrati da tutti, tanto che abbiamo già affrontato l’argomento. Poi sarà necessario un cambio di passo puntando sulla qualità, altrimenti il Consorzio rischierà di non avere più un senso”. In linea anche Eugenio Guarnaschelli, che negli ultimi mesi si è trovato ad affiancare Palestro alle prese con i farraginosi meccanismi della burocrazia italo-europea. “Covid e carte bollate ci hanno messo i bastoni tra le ruote, ma non molliamo – spiega Guarnaschelli – e alla prossima riunione affronteremo anche le dimissioni di Gioachino Palestro. Dimissioni che peraltro ci erano state anticipate in via informale e che al momento restano pendenti, in quanto non sono né state accettate né state respinte dal Consorzio”. Dimissioni che, non ci sarebbe da stupirsi, potranno anche essere ritirate o respinte