MORTARA - Dalle lamentele violente agli insulti a medici e segretarie, per il virus della maleducazione non c’è il vaccino. Così, nel giro di poche settimane, il personale medico è passato da eroe a perditempo. E i pazienti, di fronte alle nuove regole di comportamento imposte dall’emergenza virus, si dimostrano sempre meno... “pazienti”. Non piacciono soprattutto le attese fuori da palazzo Cambieri, tanto che a farne le spese sono gli stessi medici di base. Presi letteralmente a male parole. Uno scenario sconfortante descritto dallo stesso presidente dell’Associazione medici Mortara, Eugenio Gandolfi. “La pandemia ha cambiato le regole per l’accesso agli ambulatori – spiega Eugenio Gandolfi – e la porta d’ingresso non è più aperta come avveniva prima. Rimarrà sempre chiusa. Le persone in attesa sono vivamente pregate di rispettare le norme per il contenimento del virus e le regole di buona educazione. Troppo spesso alcune persone si lamentano violentemente, insultano le nostre segretarie e noi medici perché devono aspettare alcuni minuti credendo che dentro si stia perdendo tempo con piacevoli trastulli. Le segretarie, oltre a soddisfare l’esigenza della persona in attesa, devono anche rispondere alle telefonate, devono aprire il sito mail e rispondere alle richieste. Tutti noi aspettiamo in fila davanti alle Poste, alle banche, ai supermercati, mentre davanti all’ambulatorio dopo pochi minuti qualcuno sente il dovere di lamentarsi e vociare imprecazioni ritenendo di avere ogni diritto in quanto sofferente. Dimenticando, però, che esistono anche dei doveri e delle norme di educazione”. E poi ci sono le regole imposte dalla cosiddetta nuova normalità. Le modalità di accesso agli ambulatori di palazzo Cambieri sono state modificate dal 24 febbraio secondo le disposizioni emanate da Stato e Regione. Nell’attuale Fase 2 gli ambulatori di medicina generale devono seguire delle regole precise introdotte per limitare al minimo le eventuali fonti di contagio. “Le visite – spiega Eugenio Gandolfi – vengono prenotate telefonicamente al numero 0384 295202. Le conversazioni devono essere concise e rapide. Non si deve contrattare l’orario dell’appuntamento perché la segretaria propone sempre il primo appuntamento disponibile. Invito anche ad evitare di sprecare tempo in convenevoli e informazioni inutili. Le nostre segretarie si considereranno giustificate nel chiudere la comunicazione se la telefonata risultasse eccessivamente ed inutilmente lunga in modo da liberare la linea telefonica per un altro utente”. Anche per la richiesta delle ricette mediche le cose cambiano. L’invito è quello di usare gli strumenti telematici. Ricette e impegnative possono essere spedite attraverso la posta elettronica. Per coloro che non possono chiedere ricette o impegnative via mail è possibile invece usare una cassetta chiusa a chiave posta nel pianerottolo antistante l’ingresso. Nel contenitore possono essere imbucate le richieste già compilate. Anche l’accesso in infermeria radicalmente cambiato. Coloro che devono eseguire cicli di medicazioni o di terapie iniettive riceveranno dall’infermiere l’appuntamento per la prestazione. Quando invece si tratta della prima prestazione è necessario recarsi in infermeria negli orari dedicati all’attività libera: al mattino dalle 10 e 30 alle 11 e al pomeriggio dalle 15 alle 16. Per prenotare iniezioni, medicazioni e misurazioni della pressione il numero di telefono da contattare è il 351 6627234. “In tutti i casi – conclude il medico di medicina generale – la raccomandazione resta quella di limitare la presenza delle persone in attesa della visita medica. Va rispettata la distanza di sicurezza di almeno un metro e anche coloro che attendono sulle scale devono posizionarsi negli spazi segnati sui gradini. Dovrà venire una persona sola e presentarsi pochi minuti prima dell’orario dell’appuntamento. Solo i minori, i portatori di handicap o le persone che non conoscono la lingua possono avere un accompagnatore. Non sono precauzioni inutili. Deve essere chiaro che l’ambulatorio medico è una possibile fonte di contagio di malattie infettive, nonostante tutte le cautele e le disinfezioni previste e regolarmente effettuate”.Luca Degrand