MORTARA - Dalle pasquinate romane scritte rigorosamente in rima, alle lenzuolate in salsa mortarese. Il loro messaggio non è né poetico, né ironico. Ma decisamente sferzante nei confronti del mondo della politica. Infatti la satira senza volto in stile mortarese ha preso la forma di messaggi scritti con pennarelli neri su teli bianchi. E’ già successo due volte. Tra giugno e luglio, sul parapetto del sottopassaggio di corso Mazzini, sono comparse delle lenzuola su cui ignoti autori si sono sfogati contro i politici prepotenti e viziati dai... vitalizi. I moderni tazebao sono sempre comparsi notte tempo e sono rimasti alla luce del sole per poche ore. Abbastanza a lungo, però, per poter essere notati da chi è transitato in direzione di corso Torino. D’altra parte la posizione è strategica. Tanto che i messaggi sono rapidamente rimbalzati dalla strada reale alla piazza, questa volta virtuale. Tra le persone che hanno voluto rilanciare sulle piattaforme social le immagini delle lenzuolate con i messaggi vergati all’insegna dell’anti politica ci sono anche Andrea Olivelli, già sindaco di Mortara a metà degli anni ‘90, e Adriano Arlenghi, promotore di decine di iniziative pubbliche di stampo ambientale e culturale. Tutti e due hanno postato e commentato la vicenda. “Non si può fare a meno di leggerli ed interrogarsi sull’incapacità della politica - commenta Adriano Arlenghi - di generare una visione di futuro capace di guardare lontano. Soprattutto di stimolare la partecipazione a livello locale, ma in realtà anche a tutti gli altri livelli in cui la politica si esprime. Tuttavia poiché stendere un lenzuolo con una scritta è comunque sempre un simbolo di libertà di espressione, è necessario registrare quanto viene detto. Con una constatazione preventiva. Appendere un cartello, un lenzuolo, una scritta, senza firmarlo e dunque ricadere nell’anonimità è una cosa che io non ho mai visto in maniera positiva. Certo per firmare in modo personale o associato una convinzione, un’idea, una richiesta ci vuole coraggio. Il coraggio di andare controcorrente e assumersi le responsabilità di ciò che si dice. La più parte dei cittadini preferisce, a me sembra invece, stare alla finestra e tenere per sé la propria visione pessimistica delle cose. In particolare non attribuisce più alla categoria della politica la capacità di modificare in meglio l’esistente. La politica viene vista unicamente come qualcosa capace soltanto di creare clientela, lontana anni luce dal sentire, dai bisogni dei cittadini. Tuttavia non firmare e non far sapere di conseguenza qual è la propria visione della vita, la propria opinione sulla gestione della cosa pubblica, è un gesto triste”. I messaggi sui lenzuoli individuano un nemico: i politici. A giugno la categoria veniva accusata dalla mano ignota di essere forte con i deboli e debole con i forti. Poi, all’inizio di luglio, la frase “Lacrime e sangue, vitalizi a voi politici. Complimenti”. Forse c’è bisogno di un lenzuolo in meno e di un civile confronto in più. “Mi sembra – conclude Adriano Arlenghi - la solita tiritera senza capo né coda, la solita logica di dover individuare un nemico per evitare di confrontarsi con la complessità. Insomma sta cambiando il mondo. Il cambiamento climatico ci chiede di fare scelte dolorose ma obbligate, l’ingiustizia sociale diffusa chiede un nuovo patto di umanità”.Luca Degrand