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Il nuovo anno scolastico del Pollini? Un punto interrogativo. La preoccupazione riguarda la sede di via Ospedale, dove gli studenti dell’istituto superiore d’istruzione mortarese occupano gli spazi dell’ex Sant’Ambrogio. Al “Ciro Pollini” se da un lato c’è ottimismo per il lungo termine, grazie al progetto finanziato dalla Provincia per la realizzazione di una nuova sede, dall’altro c’è timore per quello che potrebbe succedere a settembre. Già perché la scuola deve fare i conti con le attuali direttive ministeriali, che impongono il distanziamento sociale, e con gli spazi ristretti dell’ex ospedale. Certo questo problema non è un fulmine a ciel sereno. Già lo scorso novembre, quando il Covid-19 non si sapeva nemmeno cosa fosse, Provincia e Asst si erano incontrate a Pavia proprio perché l’amministrazione provinciale pensava di destinare al Pollini gli ultimi spazi dismessi da Asst. All’incontro del 4 novembre erano presenti Michele Brait, direttore generale di Asst, Armando Gozzini, direttore socio sanitario di Asst, Daniela Bio (nella foto), vice presidente della Provincia, e alcuni funzionari di piazza Italia. Dalla riunione è emerso la volontà della Provincia di richiedere l’occupazione degli spazi che erano occupati, prima del trasloco all’Asilo Vittoria, da Ambulatorio di protesica, Ambulatori specialistici di neurologia, oculistica e otorinolaringoiatria, sportelli scelta e revoca e Cup, attività di logopedia e psicomotricità Npia, Ambulatorio di Odontoiatria. Poi, il nulla. Silenzio. “Registro la sacrosanta preoccupazione della dirigente scolastica Elda Frojo per l’inizio del nuovo anno scolastico che, stante così le cose, sarebbe praticamente compromesso. – spiega Daniela Bio, vice presidente della Provincia – L’istituto, ormai da molti anni, è chiamato a fare i conti con deficit strutturali non indifferenti e proprio questa situazione va a cozzare coi protocolli di sicurezza emanati dal Governo per contrastare la diffusione del Coronavirus”. In buona sostanza si tratta di capire come e dove mettere gli studenti, “a norma di legge”, all’interno della scuola. “Nella riunione dello scorso novembre – aggiunge la mortarese Daniela Bio – era stato chiaramente specificato che la Provincia si impegnava ad effettuare le necessarie verifiche sulla resistenza delle solette di compartimentazione orizzontale di separazione tra gli spazi occupati attualmente dalla scuola e gli spazi Asst. Inoltre veniva stabilita la realizzazione di compartimentazioni verticali tramite pareti e porte degli spazi resi liberi dalla Asst che sarebbero stati ceduti alla Provincia”. Tra gli adempimenti in programma c’erano anche quelli strettamente burocratici per la gestione delle forniture di acqua ed energia elettrica con le relative volture da Asst a Provincia di Pavia. Ma tutto si è inchiodato. “La misura ormai è colma, non possiamo dimenticare che c’è in ballo l’istruzione dei nostri ragazzi. – aggiunge Daniela Bio – Scriverò al direttore generale di Asst Michele Brait, coinvolgendo anche il presidente Vittorio Poma, per sollecitare la stessa Asst ad agire in tempi rapidi. Abbiamo perso sostanzialmente sette mese e fatico a comprenderne le motivazioni, Brait non dica che tutto il tempo gli è stato assorbito dall’emergenza Covid”. E pensare che proprio Michele Brait era a Mortara lo scorso 18 maggio, quando è stato presentato in pompa magna l’ospedale da campo realizzato all’interno dell’Asilo Vittoria dalla Croce Rossa per ospitare eventuali pazienti Covid. Ma il Pollini e i suoi problemi erano troppo lontani dalla passerella tra i pavoni dell’Asilo Vittoria