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Tre giovani donne imbarcate con l’inganno sull’Akagi, una delle più famose ed importanti portaerei della marina giapponese che partecipò all’attacco a Pearl Harbour, unite dallo stesso tragico destino. La trama di “L’ombra dei ciliegi in fiore” è quella di un romanzo storico crudo e violento, in cui Elia Moscardini ha voluto denunciare una delle pagine più crudeli tra gli orrori della Seconda guerra mondiale, che ancora oggi tiene nascosta agli occhi del resto del mondo la triste sorte di migliaia di donne asiatiche provenienti da tutti i territori dell’impero giapponese nei primi decenni del Novecento. “Ho iniziato a scrivere questo romanzo nel 2015 – racconta il giovane autore – quando ho appreso al telegiornale che l’allora governo del Giappone aveva riconosciuto un programma per risarcire in qualche modo quelle che erano state le “comfort women” a seguito dell’esercito e della marina giapponese durante il secondo conflitto mondiale. Dopo quel servizio in Tv, ho iniziato a documentarmi sull’argomento, attraverso internet e grazie a qualche paragrafo dei rari libri che citano l’esistenza di queste donne, con l’intento di scrivere una storia per ricordarle e rendere conosciuta la loro storia, che con il passare del tempo, sia in Oriente che in Occidente, è stata via via dimenticata”. Il fenomeno delle “comfort women” (traduzione che i soldati inglesi hanno dato alla parola giapponese “ianfu”, il termine più dispregiativo per indicare una prostituta) iniziò negli anni Trenta, diffuso dall’esercito giapponese al fine di evitare gli stupri di guerra e allo stesso tempo ridurre il rischio che i suoi soldati contraessero malattie veneree che a volte si dimostravano fatali. Inizialmente, le “donne di conforto” venivano selezionate tra volontarie che dovevano rispettare criteri ben precisi, come quello di aver superato la maggior età. Ben presto però, con l’avvento della nuova guerra e con lo spostamento delle truppe, divennero necessarie più donne che seguissero i soldati, sicuramente un numero maggiore delle volontarie provenienti dal Giappone. L’esercito iniziò così a offrire lavoro come infermiere o operaie a seguito delle truppe a giovani e giovanissime provenienti anche dalla Corea, dalla Cina e dalle Filippine, oltre che da altri territori dell’impero giapponese, senza che queste potessero scoprire che sarebbero diventate ben presto nulla più che schiave sessuali. Secondo Amnesty International, l’organizzazione non governativa per la difesa dei diritti umani, sono state tra le 200 e le 250 mila le donne sfruttate come comfort women dall’esercito giapponese, ragazze che spesso non sono riuscite a sopravvivere per vedere la ritrovata pace a causa delle ferite inferte durante gli abusi a cui erano sottoposte durante turni di lavoro lunghissimi, o che, una volta rientrate in patria a conflitto concluso, si sono ritrovate sterili e non sono riuscite ad essere accettate dalle loro famiglie. “Il mio romanzo ripercorre la storia di tre ragazze provenienti dal Giappone, dalla Corea e dalla Thailandia – spiega Elia Moscardini (nella foto) – che si ritroveranno a bordo dell’Akagi dal 1939 al 1945. Insieme cercheranno di sopravvivere di trovare un senso alla propria esistenza. Nel mio racconto, nonostante i personaggi siano ovviamente frutto della fantasia, non ho voluto addolcire nulla ma al contrario vorrei che fosse un vero pugno allo stomaco per chi legge. Lo stesso titolo richiama un po’ la sintesi della storia che vorrei diventasse più conosciuta: i ciliegi fioriti sono uno dei simboli più noti del Giappone, con i suoi “sakura” dalle sfumature rosate, mentre l’ombra è quella che si è allungata sulla vita e sul futuro di queste giovani ragazze. Ovviamente la mia volontà non vuole essere quella di puntare il dito contro un popolo, ma piuttosto di denunciare ancora una volta la violenza di genere, rendendo loro la giustizia che meritano attraverso la conoscenza della loro storia e delle condizioni terribili a cui sono state sottoposte. Queste ragazze, infatti, alla fine della guerra sono state ripagate di tutte le violenze subite con un processo fittizio che le ha portate nell’oblio, ricevendo soltanto in anni recenti, ora che la media dell’età delle superstiti è tra gli 80 e i 90 anni e la maggior parte di quelle duecentomila donne è già morta da tempo, un indennizzo dallo stato”. “L’ombra dei ciliegi in fiore” è disponibile su Amazon, che è anche la piattaforma attraverso cui l’autore ha deciso di auto-pubblicare il suo lavoro, sia in formato cartaceo che in ebook digitale. Con i ricavati della vendita, poi, il giovane autore ha già in progetto di portare un aiuto concreto alle donne che nel nostro tempo, purtroppo, sono ancora vittime di violenza. “Quando questo periodo di isolamento finirà – conclude infatti Elia Moscardini – vorrei devolvere parte del ricavato raccolto grazie alle vendite del libro ad un’associazione che si prende cura delle donne vittime di violenza. Il lancio del libro, invece, ho voluto farlo intenzionalmente durante questo periodo di quarantena, prima di tutto per dimostrare che non è vero si tratti di un momento “di fermo” e che al contrario si può sfruttare questo tempo per creare qualcosa di concreto. In secondo luogo, penso che un simile periodo di pausa possa essere perfetto per spingere le persone a riflettere, come è nel mio intento con questo romanzo”.Beatrice Mirimi