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MORTARA - Hanno dovuto rinunciare agli abbracci, l’unico strumento che molti dei ragazzi dell’Anffas hanno per percepire il mondo e comunicare con esso. Però continuano a parlarsi con gli occhi, a non farsi spaventare dal virus che sta cambiando la vita di molti. Non hanno permesso che il Coronavirus stravolgesse anche la loro, di vita. Non lo hanno consentito anche se le precauzioni sanitarie hanno messo un metro di distanza tra uno e l’altro. In fin dei conti non è cambiato poi molto nella grande famiglia che in via Mirabelli ospita decine di ragazzi e ragazze che continuano a credere che andrà tutto bene. E sarà certamente così se il cuore della solidarietà cittadina si ricorderà di battere un colpo anche per loro. Perché anche nell’istituto gestito dalla Cooperativa “Come noi” c’è un’emergenza che riguarda l’approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale. L’allarme è stato lanciato da Annalisa Amiotti, presidente della Cooperativa, che rivolge un appello a tutti. “Servono mascherine ad alta protezione, quelle di tipo Ffp2 o Ffp3 per i nostri operatori e per proteggere tutti i nostri ragazzi”. Mentre in tutta Italia non c’è persona che non pianga un parente, un amico, un conoscente o un vicino di casa strappato alla vita dal Covid-19, fortunatamente l’Anffas di Mortara è un’isola felice, incontaminata. Ma l’attenzione, per non permettere al virus di varcare la soglia dell’istituto, è e deve restare alta. Per questa ragione gli operatori, ormai da diverse settimane, lavorano bardati con guanti, camici, mascherine e visiere. “Da diverse settimane i nostri protocolli di sicurezza sono molto rigidi – spiega Annalisa Amiotti – e lavoriamo con tutte le protezioni del caso. Il problema è che l’Ats, in questo momento di emergenza nazionale, ha dato agli ospedali la priorità per la consegna dei presidi sanitari. Così noi, come moltissime altre realtà, dalla Croce rossa alle case di riposo, abbiamo dovuto rifornirci a nostre spese. Ora abbiamo bisogno di un sostegno e ci appelliamo a chiunque voglia donare dispositivi di protezione individuali, oppure fondi che ci consentano di acquistarne”