Caso Faber: per gli stipendi arretrati si allungano ancora i tempi e si devono attendere i pignoramenti
Lo scontro tra gli ex lavoratori della cooperativa Faber e il suo presidente Fabio Garavaglia è ben lontano dall’essere chiuso. Gli ex dipendenti della coop che prima si occupava della gestione di numerosi centri di accoglienza straordinari in provincia di Pavia, e che oggi ha tuttora in gestione alcune comunità per minori stranieri non accompagnati, hanno più volte accusato su queste pagine il loro datore di lavoro, il presidente della cooperativa Fabio Garavaglia, di non pagare anche per mesi gli stipendi e le maternità ai lavoratori e alle lavoratrici, e perfino di non dare il pocket money ai richiedenti asilo. Hanno denunciato, inoltre, le carenze strutturali dei centri di accoglienza straordinari e delle comunità, gli ambienti fatiscenti, le scarse condizioni igieniche e sanitarie e le conseguenti difficoltà nello svolgere dignitosamente il loro lavoro. Dal canto suo, Garavaglia ha ammesso le difficoltà economiche in cui si trova la Cooperativa Faber, accusando prefettura e comuni di essere in debito con lui, promettendo di pagare tutti gli stipendi in arretrato e i debiti con i fornitori delle strutture, mentre ha negato le condizioni fatiscenti descritte dai dipendenti, ridimensionando e minimizzando i numerosi episodi raccontati dagli ex lavoratori. Molti ex dipendenti sono attualmente in vertenza con la Cgil o con la Uil per recuperare gli stipendi in arretrato. Per ottenere i soldi dovranno aspettare la conclusione dei vari pignoramenti e le ingiunzioni. Sono previste alcune udienze in autunno. A luglio, il Partito della rifondazione comunista si era schierato dalla parte dei lavoratori, chiedendo un incontro alla Prefettura, che si è tenuto in data 3 agosto. Compete alla prefettura, infatti, l’erogazione dei fondi destinati ai centri di accoglienza straordinari presenti sul territorio. Insieme agli esponenti di Rifondazione, all’incontro era presente anche una delegazione di ex dipendenti.
“Tutti i centri di accoglienza straordinari gestiti dalla cooperativa Faber sul territorio – dichiara il viceprefetto vicario Stefano Simeone – sono stati chiusi dalla prefettura di Pavia. L’iter è diverso, invece, per le comunità per minori: i fondi sono erogati dai Comuni, ma prima di aprire nuove comunità la Cooperativa riceve l’accreditamento presso Ats e Regione Lombardia”. È qui che intendono muovere le loro prossime mosse gli ex dipendenti. Il viceprefetto conferma che la prefettura ha in alcune occasioni retribuito direttamente i dipendenti dei centri di accoglienza straordinari che si sono rivolti a loro, bypassando la cooperativa Faber e il suo presidente Garavaglia. “Eravamo a conoscenza di tutte le criticità – prosegue il viceprefetto vicario Simeone – la situazione si è progressivamente deteriorata, ed è per questo che ad un certo punto abbiamo deciso di intervenire chiudendo tutti i centri di accoglienza straordinari gestiti dalla Faber”.
Massimiliano Farrell