Confartigianato Lomellina fotografa la crisi: le imprese chiudono, zero investimenti e perdita di competitività
VIGEVANO – Male Vigevano e Mortara, malissimo Robbio. Male la Lomellina e, più in generale, la provincia di Pavia. L’economia non “tira” e il territorio si impoverisce: è il bilancio reso pubblico da Confartigianato Lomellina. Una fotografia impietosa di un territorio che vivacchia praticamente a crescita zero: 0,25% nel saldo tra iscrizioni e cessazioni relativo al secondo trimestre 2023, appena un impercettibile 0,02% sotto la media provinciale.
In poche parole, si potrebbe sentenziare che l’economia del territorio si indebolisce ma non si piega, grazie anche al traino (in cifre assolute) dei servizi, seguiti, seppur in sofferenza, dalle costruzioni e dal manifatturiero.
“Notizie in chiaroscuro, - riassume il presidente di Confartigianato Lomellina, Luigi Grechi - che tuttavia ci fanno rilevare un desiderio di imprenditorialità che resiste, nonostante un anno non facile, caratterizzato da tassi di interesse portati alle stelle, rincari delle materie prime e mercati stravolti da due conflitti importanti e tante tensioni geopolitiche”.
Le locomotive della Lomellina rimangono Vigevano (5.842 imprese nel secondo trimestre del 2023 contro le 6.098 del 2022) e Mortara (1.239 su 1.285) a dispetto di una flessione rispettivamente del 4,2% e del 3,6%). Nella classifica delle “big”, la voglia di autonomia imprenditoriale ha inflitto un colpo più importante al saldo di Robbio (469 iscritte nel 2023 contro le 506 del 2022, pari ad una flessione del 7,3%), subito seguito da Gambolò (meno 6,4%). Il respiro per la Lomellina deriva tuttavia dal saldo tra iscrizioni e cessazioni. In controtendenza cinque realtà: Pieve del Cairo (+4,2%), Breme (+4,5%), Castelnovetto (+1,9%), Ceretto (+7,7%) e Villa Biscossi (+18,2%). Numeri di realtà troppo piccole per andare ad impattare in maniera significativa sull’andamento globale della Lomellina che registra complessivamente una perdita del 3,9% di imprese registrate.
È evidente che ci si trova di fronte a un momento non facile: l’imprenditoria locale è stretta tra la pandemia del 2020, la ripresa del 2021-2022 e il freno tirato del 2023.
E quali sono le prospettive per l’anno in corso? “Le incognite restano legate all’ipotizzata discesa dei tassi, - prosegue Grechi - fissata entro l’estate, e all’evolversi della corsa elettorale americana, che potrebbe influire direttamente sull’esito dei conflitti in Ucraina e Medio Oriente”.
A dispetto della flessione del credito erogato in provincia di Pavia (-9,5% nel confronto 2022-2023) e dagli extra costi sopportati dalle Piccole e medie imprese determinati dal solo caro tassi (65) e dalla somma tra caro tassi, intensificazione del disequilibrio tra domanda e offerta e caro bollette (316 milioni di euro totali in provincia di Pavia), le aziende hanno continuato ad assicurare occupazione e benessere dimostrando come le trasformazioni digitale e sostenibilità in corso siano la chiave di volta per resistere sul mercato.
Questa situazione, inevitabilmente, ha bloccato gli investimenti. Senza investimenti non c’è sviluppo e senza sviluppo si perde competitività sui mercati. Nel settembre 2021 in provincia di Pavia erano stati erogati 4 miliardi e 404 milioni di euro, scesi nel 2023 a 3 miliardi e 813 milioni, per una variazione percentuale del 9,5% tra 2023 e 2022. In regione c’è chi sta peggio, anche se questo non consola: -6,1% il dato lombardo, -15,3% Brescia, -12,6% Varese e -10,3% Sondrio.
In controtendenza, per paradosso, la domanda di lavoro per 8 province su 12, tra le quali proprio Pavia (+3%), superata solo da Milano (+11,4%), Como (+9,2%) e Varese (+8,8%). A penalizzare il desiderio di occupazione, si conferma elevata la quota di entrate difficili da reperire (50,7%). Più critica la situazione a Lecco (53,1%) e Varese (50,8%). “Anche per questa ragione abbiamo lanciato nelle scorse settimane la campagna “diventare grandi nelle piccole imprese.” – commenta il presidente Grechi – Obiettivo: facilitare l’ingresso delle nuove generazioni in azienda e, di conseguenza, incrementare i processi di innovazione e sviluppo”.
La campagna, che durerà un anno intero, prevede inoltre un importante lavoro di supporto delle imprese da parte di Confartigianato Lomellina, per oliare con maggior vigore la macchina della competitività: “Dobbiamo, oggi più che mai, essere al fianco delle imprese con professionalità che le possano aiutare a diventare attrattive nei confronti dei talenti, affinché i “cigni neri” come pandemia, caro tassi e caro materie prime possano essere affrontati con spalle forti. - conclude Grechi - Un sistema logistico e infrastrutturale efficace, una burocrazia snella e tasse locali contenute, soprattutto a beneficio delle startup, sono gli strumenti che devono essere prese urgentemente in carico dalla politica e dai nostri amministratori per impedire un impoverimento dell’economia. E, a ruota, un peggioramento della qualità della vita”.