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L’arrivo della primavera significa inizio delle operazioni di preparazione e di semina in campagna. Ma anche quest’anno la domanda che si pone il mondo agricolo di Pavese e Lomellina è una: ci sarà acqua a sufficienza per la sommersione delle risaie? E questo malgrado le copiose piogge cadute nelle ultime settimane in pianura e la neve che ha ricoperto le montagne alpine. Disponibilità idrica in vista della partenza della stagione irrigua, sperimentazioni per far fronte ai sempre più frequenti periodi siccitosi, deflusso ecologico, invasi e bacini sono i temi affrontati da Mario Fossati (nella foto), direttore generale di Est Sesia, fra fiumi a rischio esondazione, falde in aumento e lago Maggiore pieno. 
“Dobbiamo approfittarne utilizzando quest’acqua per non lasciarla defluire verso il mare – spiega Fossati – Siamo ottimisti per la prima parte della stagione: fino a giugno l’acqua ci sarà, mentre per l’estate dipenderà dalle prossime precipitazioni”. Tuttavia, è bene tener presente alcuni elementi che potrebbero essere problematici per il proseguimento della stagione estiva. Non entreranno in vigore gli accordi che prevedevano di portare il livello del lago Maggiore a quota 1,35 metri e quindi si prospetta il livello di 1,25: inoltre, non sta partendo la sperimentazione a 1,50 metri. “Abbiamo richiesto di far partire le sperimentazioni – aggiunge Fossati – Allo stesso tempo, stiamo lavorando per far fronte al tema del deflusso ecologico. La prospettiva, per il 2025, è di dover lasciare nei fiumi più del doppio dell’acqua prevista oggi: ciò significa che in stagioni siccitose le difficoltà aumenteranno per tutti. Riteniamo che i coefficienti siano troppo alti e che vadano rivisti”. In realtà, la normativa europea non indica i livelli o le portate di acqua da rilasciare nei fiumi, ma dispone solo che l’acqua che scorre nei canali sia pulita. “In Italia abbiamo recepito la norma in maniera quantitativa e non qualitativa: in pratica, imponendo un volume di acqua utile a diluire gli inquinanti – conclude – In sostanza, non s’interviene sul disinquinamento delle acque, come sarebbe nello spirito della normativa Ue. Stiamo lavorando con l’Ente nazionale risi e le associazioni di categoria per trovare una soluzione che consenta di tutelare gli interessi dell’agricoltura. La nostra proposta è di non indicare un parametro fisso per il deflusso ecologico, ma di parametrare il deflusso rispetto alla situazione idrica esistente in ogni determinato momento”. Molteplici, invece, sono i problemi da affrontare in merito all’ipotizzato progetto dei bacini per raccogliere l’acqua piovana. Si va dai tempi non ristretti (almeno dieci anni) all’iter burocratico e ai costi (elevati) per la progettazione e la realizzazione.

Umberto De Agostino