La bellezza dell’arte e la crudeltà del destino. La vita dello scultore medese Felice Bialetti può essere ricordata così: opere scultoree meravigliose, realizzate nel corso di una breve esistenza. Ma le sue sculture immortali sono delle gemme che ancora si possono ammirare anche presso il cimitero Monumentale di Mortara. E chi se non la Sezione lomellina dell’associazione Italia Nostra poteva dedicare un intero notiziario sulla (ri)scoperta dello scultore nato a Mede nel 1869 e scomparso nel 1906 a soli 37 anni. “Trentasette, il mistero del genio adolescente – spiega Giovanni Patrucchi, tra i fondatori di dell’Associazione locale di Italia Nostra - è il titolo di un libro che nel 1996 il critico e storico dell’arte Flavio Caroli diede alle stampe. Il volume è una galleria di ritratti di 10 artisti che hanno in comune il medesimo destino: la morte a trentasette anni dopo aver raggiunto nella breve loro vita e nel loro campo d’azione livelli molto alti, a volte insuperabili. Solo a dieci è stata riservata la scelta, certamente arbitraria, dell’autore, e sicuramente non esaustiva: altri artisti infatti hanno condiviso questa sorte singolare. Noi per esempio a quella schiera aggiungiamo il nostro Felice Bialetti: morì nel 1906 allo soglia dei trentasette anni, al cui compimento mancavano quattro mesi e aveva raggiunto nell’arte scultorea, nel corso della sua non lunga esistenza, livelli di non comune prestigio”. Nelle sculture realizzate da Felice Bialetti emerge la fusione tra superfici levigate e masse scabre e non finite. La visiona fortemente simbolista è tra kle cifre distintive della sua opera. Felice Bialetti studiò all’Accademia Albertina di Torino, dove fu allievo di Edoardo Tabacchi, poi nel 1892 si iscrisse all’Accademia di Brera di Milano dove ebbe come maestro Enrico Butti. Nel 1897 vinse il premio Tantardini con un’opera funeraria e nel 1900, con La fontana di Teti, il premio Fumagalli. Con due sculture in bronzo partecipò nel 1898 all’Esposizione nazionale di Belle arti di Torino e nel 1899 espose alla terza edizione dell’Esposizione internazionale biennale d’arte di Venezia. Partecipò alle edizioni delle Biennali veneziane anche nel 1901, nel 1903 e nel 1905. Nella Biennale del 1903 fu premiato con medaglia d’oro per l’opera, tra le sue più conosciute: “Pensiero Dominante”, oggi conservata nella Galleria d’arte moderna di Milano, dove si trova anche il bozzetto per il monumento a Felice Cavallotti che Bialetti eseguì nel 1901.Luca Degrand