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PAVIA – Dodici avvisi di garanzia verso persone e uno verso la cooperativa, che opera nei trasporti sanitari. Quattro indagati scoprono ora di essere coinvolti nell’inchiesta della Procura della Repubblica di Pavia, gli altri 8 erano noti da ottobre. La cooperativa, che opera nel settore dei trasporti sanitari, partecipava alle gare d’appalto a Pavia e in tutta Italia senza averne i requisiti, con prezzi bassissimi sui quali si rivaleva sfruttando i lavoratori. Le telecamere hanno ripreso tutto: sanificazioni delle ambulanze rarissime anche nelle fasi più dure della pandemia di Covid-19, e addetti costretti a mangiare o dormire all’interno della cabina sanitaria dei mezzi di soccorso. La Croce Rossa aveva presentato un esposto, da cui è partito tutto. Segnalava come la cooperativa avesse presentato un’offerta così bassa da impedire la partecipazione a tutte le altre associazioni. Così la Procura della Repubblica di Pavia il 1° luglio tira le somme dell’indagine per caporalato e appalti truccati che coinvolge la cooperativa First Aid One, con sede a Bollate. Già lo scorso ottobre la cooperativa era stata posta sotto sequestro dal Tribunale di Pavia, su richiesta del sostituto procuratore Roberto Valli e il procuratore aggiunto Mario Venditti, per la “acclarata condizione di sfruttamento dei lavoratori e per la corresponsione di retribuzioni sensibilmente inferiori a quelle previste dai contratti collettivi nazionali di riferimento”. Era anche stato disposto il sequestro preventivo dell’intero compendio aziendale, il cui patrimonio ammontava a circa 5 milioni di euro, e di 200 mila euro riconducibili ai caporali. Il pubblico servizio svolto dalla cooperativa non è comunque stato interrotto, in quanto la Procura ha richiesto e ottenuto dal GIP del Tribunale la nomina di un amministratore giudiziario, il commercialista Stefano Gorgoni. Egli è stato incaricato per la gestione e la corretta continuazione delle attività di soccorso. First Aid One ha gestito i trasporti sanitari nella provincia di Pavia dal 2016 fino a poco prima dei primi arresti, nel marzo 2021. In quel periodo erano avvenuti i sequestri di documentazione e apparati informatici in diverse aree d’Italia. Le indagini svolte dai carabinieri di Pavia e Vigevano hanno permesso di individuare diverse gare d’appalto per l’affidamento dei servizi di trasporto in ambulanza nei territori non solo di Pavia ma anche di Roma, Milano, Perugia, Ancona, Pescara, Napoli e Vimercate. Gare turbate “mediante impiego di mezzi fraudolenti, in relazione alle quali sono state altresì accertate molteplici frodi nell’esecuzione del servizio pubblico”. La cooperativa, secondo l’accusa, agiva tramite vari prestanome. Il modus operandi era sempre lo stesso, da parte di uno degli indagati già condannato nel 2017 per il reato di “turbata libertà degli incanti”: proporre negli appalti prezzi estremamente bassi - spesso al limite della anti-economicità - lucrando attraverso il mancato allestimento delle sedi secondarie dichiarate. Poi, l’impiego di mezzi di soccorso in numero inferiore a quanto dichiarato e lo sfruttamento dei lavoratori, realizzato non solo attraverso retribuzioni insufficienti ma anche col mancato versamento dei contributi previdenziali e assistenziali. Le videoriprese effettuate sulle ambulanze non possono mentire. Bisognava eseguire la sanificazione dopo il trasporto di ogni paziente, come prevedono la normativa regionale e il contratto d’appalto in tempo di pandemia. Invece erano rarissime. In venti giorni, in uno dei mezzi di soccorso monitorati sono stati trasportati 92 pazienti, ma è stato sanificato solo quattro volte. Ancora: in 9 giorni di servizio con 86 pazienti trasportati, un’altra ambulanza è stata sanificata una volta sola. Gli stipendi molto inferiori ai minimi salariali costringevano di fatto i lavoratori a prestare anche attività come volontari. Il vantaggio sulla concorrenza, visti questi “tagli” illeciti, era incolmabile. Persone costrette a turni di lavoro massacranti (oltre 12 ore continuative e senza pause) che spesso mangiavano e dormivano in ambulanza. Un ambiente che sarebbe dovuto rimanere sterile era quindi in condizioni igieniche precarie, col rischio di compromettere la salute dei pazienti. Infine erano costretti a mansioni che esulavano dal loro impiego, come il trasporto di un motore all’interno del vano sanitario dell’ambulanza. A seguito di accertamenti fiscali svolti dalla Guardia di Finanza, con la collaborazione dell’Inps di Pavia e dell’Agenzia delle Entrate di Pesaro, gli amministratori di fatto e di diritto della cooperativa sono stati sottoposti ad indagine anche per aver utilizzato in compensazione crediti di imposta, derivanti da sedicenti attività di ricerca e sviluppo mai effettuate, per oltre 490 mila euro, ottenendo un ingente risparmio fiscale. Inoltre, per non aver versato correttamente contributi assistenziali e previdenziali per i dipendenti. Una cifra che supera i 3.5 milioni di euro, costituiti da imposte e relative sanzioni. Dei 13 avvisi di garanzia inviati dalla Procura, 8 nomi erano già noti, tra cui quello dell’ex direttore generale di Asst Pavia Michele Brait, poi sospeso dall’incarico, e del funzionario di Asst Davide Rigozzi, responsabile del procedimento di gara. Sono accusati di turbativa d’asta. Tra i nuovi indagati c’è Angelo Marioni, dirigente di Asst Pavia ora in pensione, che aveva mansioni di controllo sulla gara d’appalto affidata nel 2016 a First Aid One. Gli altri indagati, ascrivibili alla cooperativa, devono rispondere, a vario titolo, di associazione per delinquere, turbativa d’asta, frode nelle pubbliche forniture e caporal