PARONA - Gli investigatori ritengono sia altamente probabile che la presente indagine rappresenti solo l’inizio e che possano rivelarsi ben presto ulteriori sviluppi. I soggetti coinvolti, tutti dipendenti di una nota società che gestisce un inceneritore nella Provincia di Pavia, da quanto emerso dall’accurata attività d’indagine condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, sembrerebbe che siano riusciti ad impossessarsi dello stupefacente che le Forze dell’Ordine, periodicamente, portavano presso l’inceneritore al fine di procedere alla distruzione, disposta dalle competenti Autorità Giudiziarie, conseguente ai sequestri effettuati nell’ambito di singole attività di polizia giudiziaria. Massimo risultato con il minimo sforzo se si pensa che non era necessario produrre lo stupefacente o acquistarlo da terzi per poi rivenderlo, con tutti i rischi che ne sarebbero conseguiti. La droga cadeva direttamente tra le loro braccia. Droga che nessuno avrebbe reclamato perché destinata alla distruzione, di volta in volta, regolarmente certificata, nonostante non avvenisse. Sono stati sequestrati questa mattina presso l'inceneritore di Parona circa 27 chilogrammi di marijuana, 2 chilogrammi di hashish e un chilo di sostanza da taglio.L’attività investigativa, iniziata ad ottobre 2021, condotta e coordinata dal Nucleo Investigativo di Pavia, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Pavia, in particolar modo del Procuratore Aggiunto Mario Venditti e del Sostituto Procuratore. Andrea Zanoncelli, ha portato ad individuare 10 soggetti, che sarebbero responsabili di aver sottratto e rivenduto nel tempo ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti destinate alla distruzione.La particolare conformazione dei nastri trasportatori dello stabilimento, che conducono ai due forni di incenerimento, non consentiva alle Forze dell’Ordine di seguire l’intero tragitto dello stupefacente. Dettaglio che ha consentito ai soggetti arrestati di intercettare i pacchi contenenti la droga durante il loro tragitto sul nastro e, attraverso manovre e diversivi perfezionati e collaudati nel tempo, suddivisi in gruppi, riuscivano ad impossessarsene occultandolo in zone oscure dello stabilimento. Solo in seguito, alcuni di loro, grazie a contatti sul territorio, riuscivano a sbarazzarsi dello stupefacente, rivendendolo a terzi e spartendosi poi i ricavati. I Carabinieri del Nucleo Investigativo, con l’ausilio di strumenti tecnici e attraverso attività di osservazione e controllo si rendevano conto del modus operandi del sodalizio, ovvero le manovre con cui se ne impossessavano, i momenti in cui la droga usciva dalla fabbrica e la vendita all’ingrosso della stessa. L’attività ha permesso di interrompere l’attività criminale posta in essere dai soggetti che, non solo sottraevano stupefacente sequestrato dalle Forze dell’Ordine con il lavoro sacrificante di uomini che giorno dopo giorno lo avevano sottratto al giro dello spaccio di droga, bensì lo restituivano al mercato dello spaccio al dettaglio, alimentando dipendenza e criminalità.L’operazione si è conclusa con l’emissione di 10 ordinanze di custodia cautelare e applicazione della misura degli arresti domiciliari a carico di 8 italiani, un marocchino ed un albanese, tutti residenti nella Provincia di Pavia, tranne uno in Provincia di Milano e tutti incensurati. All’operazione, eseguita da circa 50 Carabinieri del Comando Provinciale di Pavia, hanno preso parte anche due unità cinofile del Nucleo Carabinieri Cinofili di Casatenovo in provincia di Lecco, che hanno fornito un eccellente contributo nelle attività di ricerca e ritrovamento dello stupefacente all’interno dello stabilimen