MORTARA – Una notizia tremenda, che in un batter d’occhio ha fatto il giro di Mortara. E’ morto Umberto Ortu. Nella mattinata di sabato scorso, 19 giugno, la città è stata scossa da questa tragedia. Umberto Ortu è stato trovato privo di vita, verso le 4 e 30, in via del Lucertolone all’interno della Pineta di Arenzano dove viveva. Aveva solo 51 anni. Il corpo privo di vita di Umberto Ortu è stato rinvenuto dal servizio di vigilanza della Pineta, zona residenziale sopra Arenzano, che ha immediatamente dato l’allarme. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, che hanno potuto soltanto constatarne il decesso, e il pm Valentina Grosso. È stato trovato morto con una ferita alla testa. Inizialmente gli inquirenti non hanno escluso alcuna ipotesi: dal malore al gesto di qualche malintenzionato. Ortu aveva i documenti ancora con sé, il cellulare e i soldi. Il pm ha immediatamente disposto l’autopsia per chiarire quanto successo. I militari dell’Arma hanno visionato le immagini del sistema di videosorveglianza della Pineta per cercare di ricostruire quanto accaduto nella notte tra venerdì e sabato.Da una prima ricostruzione della vicenda, Umberto Ortu ha trascorso la serata a casa di amici che avrebbe lasciato verso l’una e mezza di notte per far ritorno alla propria abitazione. Dove non è mai arrivato. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, coordinati dal comandante Lorenzo Toscano, Ortu stava rientrando in casa quando si sarebbe accorto di avere sbagliato strada, sarebbe ritornato indietro e avrebbe avuto un malore che lo ha fatto cadere o sarebbe inciampato sbattendo la testa all’indietro. Poi avrebbe cercato di girarsi ma in quel momento è morto. Di certo non ha perso la vita per la ferita alla nuca, almeno questo è quello che ha chiarito l’esame autoptico che si è svolto nella mattina di lunedì 21 giugno. L’autopsia, eseguita dal medico legale Francesca Fossati, ha così escluso che Ortu abbia subito violenza in quella notte misteriosa. Il 51enne mortarese è stato stroncato da un malore. E proprio per fare chiarezza i carabinieri hanno raccolto le testimonianze delle persone che hanno trascorso con lui la serata. Umberto Ortu si era trasferito nel Ponente ligure, nel 2016, per motivi di lavoro: ricopriva l’importante incarico di district manager per Banca Generali a Savona. Manager apprezzato e benvoluto dai molti amici che conservava ancora a Mortara, Ortu aveva ricoperto incarichi dirigenziali in Banca Generali anche a Vigevano, poi il passo in avanti con il trasferimento in Liguria. Oltre a occuparsi della Riviera di Ponente, recentemente gli erano state affidate anche le zone di Alba e Cuneo a testimonianza della sua altissima competenza professionale. La notizia, ovviamente, ha profondamente scosso Mortara in quello che doveva essere soltanto un afoso sabato di inizio estate. In città Ortu aveva mostrato il suo impegno civile in politica e anche in ambito sportivo, dando sfogo a quella che era una sua grandissima passione: il calcio. Nel 1994 era stato eletto in consiglio comunale sotto le insegne di Forza Italia nella lista che sosteneva la candidatura a sindaco di Roberto Robecchi. Fu il primo boom di Forza Italia e Mortara si confermò un laboratorio politico interessante a livello nazionale. Ortu fu protagonista di quella irripetibile stagione politica, dove il meglio della società civile si mise a disposizione della società nell’amministrazione pubblica. Fu un’ondata di aria fresca che portò nuove e giovani esperienze, proprio come nel caso di Umberto Ortu, a servizio della collettività. Assorbito dagli impegni di lavoro di una carriera che si preannunciava brillante, Ortu lasciò la politica attiva e non si ricandidò nelle elezioni del 1998. Nel 2014 iniziò una breve esperienza a livello dirigenziale nel Mortara calcio. Un’esperienza conclusasi nel 2016 con il suo trasferimento ad Arenzano. Lo sport è stata una sua grandissima passione, tanto che proprio con Banca Generali organizzò a Vigevano una serie di eventi promozionali che vedevano protagonisti atleti di primo piano dello sport nazionale. Ma nutriva una passione particolare per il calcio. Non ha mai fatto mistero del suo tifo per l’Inter e proprio al caffè Garibaldi assieme agli amici seguiva le partite della Beneamata. Dal “covo” per eccellenza del tifo nerazzurro mortarese, “l’Umbe”, come lo chiamavano gli amici, aveva vissuto in prima persona i grandi trionfi del 2010 nella magica notte del “triplete” al Santiago Bernabeu di Madrid. Resta in città il ricordo di una persona buona, amante della vita, apprezzato sul lavoro per le sue qualità professionali e altrettanto apprezzato da famigliari e amici per le sue doti umane che già mancano a tutti i suoi conoscenti. Questa sera, mercoledì, il Santo Rosario in San Lorenzo, alle 21. I funerali, sempre nella basilica di San Lorenzo, domani mattina, giovedì 24 giugno, alle 11. Umberto Ortu lascia due figli, il maggiore Filippo, che frequenta il liceo Omodeo e la sorella più piccola Caterina che va alle medie, e i genitori Franco e Anna Gallo. Era il maggiore di tre fratelli, Marco, ingegnere, e Alessandra, che lavora a Mil