Vigevano, caso Moreschi: in 80 aspettano ancora la paga di settembre
VIGEVANO – Quando ci pagate? Se lo staranno sicuramente chiedendo i lavoratori della Moreschi, visto che al momento nessuno degli 80 dipendenti del calzaturificio si è visto accreditare il bonifico dei pagamenti relativi al mese di settembre. La protesta dei dipendenti della Moreschi non sembra destinata a calare di intensità. In merito ai 59 licenziamenti e alla chiusura dello storico stabilimento la proprietà non sembra voler arretrare di un passo. Ma nemmeno le organizzazioni sindacali che si stanno occupando della questione intendono effettuare retromarcia. Anche nella mattinata di ieri (19 marzo) si è tenuto un presidio, con i sindacati che chiedono risposte concrete e esaustive, per tutelare il futuro dei lavoratori e delle lavoratrici del calzaturificio che ha segnato tappe importanti nella storia di Vigevano e non solo. Il caso Moreschi è stato inoltre oggetto di dibattito nel corso del consiglio comunale aperto anche ai cittadini che ha avuto luogo lo scorso 14 marzo. Presenti molti lavoratori della Moreschi che attendono una presa di posizione da parte della politica, netta e precisa. Michele Fucci, rappresentante della Gcil ha fatto sapere di essere pronto a tutto, senza “lasciare nulla di intentato, coinvolgendo la Regione, andando anche al ministero a Roma, che è sensato, perché se la motivazione dell’attuale proprietà Moreschi, modello di imprenditoria da non imitare, è quella di dare vita a una produzione green in altre location, dobbiamo fare presente esistono sostegni alle imprese in questo senso e la transizione ecologica è nell’agenda anche di questo governo”. Il sindaco Andrea Ceffa si è mostrato del fatto che “tra le maestranze ci siano lavoratori che possono essere ricollocati o messi nelle condizioni di avere una formazione che consenta di trovare impiego”. Alessio Bertucci, consigliere e capogruppo del Pd, ha ribadito di come “sia sotto gli occhi di tutti che l’azienda sia stata svuotata nel corso degli ultimi anni. La produzione sarà portata altrove, non si sa dove. Ma qui c’è l’eccellenza della capacità calzaturiera. Dobbiamo essere portavoce di questi lavoratori e portare in tutti i tavoli possibili questa situazione e denunciare quanto sta succedendo”. Luca Bellazzi, del Polo Laico, ha voluto trattare un bilancio della situazione di grande crisi alla quale il mondo e la realtà calzaturiera è andata incontro nel corso degli ultimi 40 anni: “Secondo me non c’è più lo spazio per il calzaturiero qui. Abbiamo tante aziende piccole ma quelle grandi sono in altre parti della provincia. Non siamo in grado di attrarre e per questo ci vogliono coraggio e investimenti pubblici”. La democratica Arianna Spissu ha chiesto che si possa aprire un tavolo serio per discutere del futuro di Vigevano, inevitabilmente toccato da vicino dal caso Moreschi.