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VIGEVANO - Strozzinaggio a Vigevano, tre vittime accertate. Arrestato un gruppo criminale dai carabinieri che hanno neutralizzato la rete durante un'operazione condotta dai militari della Compagnia di Vigevano nella serata di mercoledì 3 aprile. A capo della banda è stato identificato un albanese di 55 anni, residente in città, che in un primo momento concedeva facilmente prestiti a soggetti in stato di bisogno, dediti anche ad attività imprenditoriali, che a lui si rivolgevano poiché impossibilitati ad ottenere finanziamenti tramite canali ufficiali.
Dopo aver aiutato le proprie vittime, però, il soggetto si tramutava improvvisamente nel loro aguzzino, pretendendo la restituzione delle somme elargite in tempi brevissimi e con tassi decisamente da usura, anche del 150% ed oltre, non esimendosi dal far scattare la seconda parte della condotta criminale.
I malcapitati in breve tempo finivano infatti per essere pesantemente minacciati di morte in un clima estorsivo, condito anche da violenze, in cui entravano in campo altri due stranieri, un albanese ed un rumeno, che si prestavano per dare man forte all’usuraio. Le vittime venivano pressate con ritmo asfissiante e gli estorsori non esitavano a presentarsi anche sul posto di lavoro, armati di manganello, per pretendere il pagamento di rate arbitrariamente stabilite.
In una occasione, stante l’impossibilità di far fronte ad un pagamento, una delle vittime è stata addirittura costretta a svendere a uno degli estorsori, per poche migliaia di euro, il fuoristrada di proprietà, con la minaccia di ritorsioni nei confronti dei famigliari. 
Le prove raccolte dagli inquirenti a seguito della denuncia presentata da uno degli estorti ha permesso di ricostruire un quadro accusatorio che ha portato il Tribunale di Pavia ad emettere un decreto di applicazione di misura cautelare personale nei confronti dei due albanesi, associati nel corso della nottata presso il carcere di Torre del Gallo a Pavia.
Il secondo straniero è per ora deferito solo in stato di libertà, avendo avuto un ruolo più marginale nella vicenda, così come un sessantunenne italiano, che ha svolto la funzione di intermediario in occasione della cessione in affitto di una abitazione nella disponibilità di una delle vittime, costretta a locare il bene ad uno straniero cedendo al suo usuraio i proventi della caparra e dell’affitto, a titolo di risarcimento parziale del debito.
Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati quasi 14mila euro in contanti, oltre a un manganello e un tirapugni impiegati dal gruppo per intimorire le proprie vittime. Le indagini proseguono per verificare l’eventuale esistenza di altre parti offese, che, spesso, non denunciano o pensano di poter gestire e affrontare la situazione da soli, senza chiedere alcun aiuto.

Riccardo Carena