Vigevano: ancora una rivolta dei detenuti ai Piccolini e ora si accende la protesta della polizia penitenziaria
VIGEVANO – Ancora proteste e tensioni nella casa di reclusione dei Piccolini a Vigevano. A denunciarlo è stato mercoledì 10 aprile il Sappe (Sindacato autonomo di polizia penitenziaria). “Il 9 aprile, nel tardo pomeriggio, alcuni detenuti stranieri hanno distrutto l’intera sezione detentiva, incendiando suppellettili e devastando telecamere di video-sorveglianza - ha dichiarato Alfonso Greco, segretario regionale del Sappe -. Alcune unità di personale di polizia sono state richiamate in servizio per ripristinare l’ordine e la sicurezza e a farne le spese, come al solito, sono stati tre colleghi che sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso dell’ospedale cittadino, dal quale sono poi stati dimessi con prognosi di 14 giorni uno e 9 gli altri due”. Ferma la denuncia del Sappe: “Si tratta di eventi conseguenti ad una situazione di tensione carceraria già ampiamente evidenziata dal Sappe, per altro aggravata dalla mancanza di personale: chiediamo un sopralluogo tecnico da parte del Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria e una visita ispettiva da parte dell’Ats per valutarne l’idoneità sotto il profilo dell’igiene e della sicurezza dei luoghi di lavoro”. Per Donato Capece, segretario generale del Sappe, servono “interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto”. Per Capece è necessario “prevedere l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene, e la riapertura degli ospedali psichiatrici giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi”. Capece torna anche a sollecitare, per la polizia penitenziaria, “la dotazione del taser, che potrebbe essere lo strumento utile in chiave anti aggressione (anche perché di ogni detenuto è possibile sapere le condizioni fisiche e mediche prima di poter usare la pistola ad impulsi elettrici)”.