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CANDIA – Oltre duemila tonnellate di rifiuti di ogni tipo, compreso amianto, erano ammassate nell’ex allevamento di suini lungo la provinciale 596. Venerdì scorso, 17 maggio, è scattato il blitz della Guardia di finanza di Pavia in collaborazione con la sezione aerea di Varese. 
Le Fiamme gialle hanno messo sotto sequestro 2mila e cinquecento tonnellate di rifiuti industriali speciali e pericolosi, stoccati illecitamente nell’area di 50mila metri quadrati. Nell’ex allevamento erano presenti importanti quantitativi di lastre e manufatti in fibra di amianto già frantumati, con i conseguenti rischi per la salute pubblica derivabili dalla dispersione nell’aria delle fibre. Ma non solo, nell’area erano presenti rifiuti di ogni tipo, compresa la carcassa di una automobile e numerose cisterne in stato d’abbandono colme di reflui dell’allevamento suino. Le indagini svolte hanno permesso di individuare l’azienda proprietaria dei terreni e di segnalarne il rappresentante alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Pavia. Allo stesso tempo, è stato già avviato l’iter per la bonifica e messa in sicurezza del sito, già oggetto di combustione accidentale nelle scorse settimane, i cui costi saranno a carico dei responsabili.
All’interno dell’ex allevamento, inoltre, è stato individuato un laboratorio sconosciuto al fisco per la realizzazione di statue ed ornamenti in gesso e scagliola, i cui reflui della lavorazione venivano smaltiti senza il necessario processo di chiarificazione. Presso il laboratorio clandestino era stoccata circa una tonnellata di cristalli di barite, conosciuti anche come «rosa del deserto», sottoposti a sequestro in quanto illecitamente introdotti nel territorio nazionale dalla Tunisia in evasione dei diritti di confine.