Login / Abbonati

VIGEVANO - Le ricerche sono andate avanti febbrili da parte non solo della famiglia Savone, i proprietari della cagnolina, ma anche ad opera dei tanti che avevano preso a cuore la storia. Intanto gli appelli giravano sui social a intervalli regolari. “Aiutateci a trovare Guendalina”. In quelle ore tremende a Vigevano, presi dall’angoscia di non sapere che fine avesse fatto la bestiola, nessuno si era accorto che purtroppo non aveva mai abbandonato l’abitazione di via Gravellona. Guendalina, 5 anni, meticcio, che la famiglia aveva adottato dal canile cittadino quando aveva 9 mesi di vita, era morta, chiusa nel cestello di una lavatrice rotta accantonata nel garage. L’ultimo posto dove si potesse veramente pensare di andare a controllare. Infatti è stata trovata dopo tre giorni, nella serata di lunedì 5 agosto. Un dolore immenso per queste persone (madre, padre, due figli poco più che ventenni) e indignazione in città per un gesto barbarico. Come al solito i social fanno da cassa di risonanza: come prima la comunità cercava di dar forza ai proprietari, adesso gli sta vicino per un episodio che assume i contorni di un film dell’orrore. La famiglia aveva subito denunciato il furto e la sparizione del cane al commissariato cittadino. 
La carcassa dell’animale è stata portata in un centro veterinario. Si stabilirà se disporre l’autopsia.
Venerdì sera l’appartamento, situato in un residence in un’area periferica di Vigevano, era vuoto per qualche ora. Tutti in vacanza tranne il padre, Enzo Savone, uscito per cena. Siccome l’assenza era breve, Guendalina come tante altre volte era a casa da sola, con la luce accesa. I ladri sono entrati, hanno messo a soqquadro tutto portando via ciò che potevano: circa mille euro in contanti, ori, alcune borse. Il consueto scenario di devastazione, scoperto dall’uomo al suo rientro. Mancava anche il cane, però. La famiglia lo aveva chiarito subito: delle cose non c’importa, di lei sì. “Vi prego, riportatecela”. Tante ipotesi: scappata per la paura dei malviventi? Rapita per essere poi usata dai mendicanti, per impietosire? E poi la peggiore. Che purtroppo era quella vera. Con dettaglio crudele delle probabili percosse e dell’occultamento nella lavatrice, per farla (chissà perché) ritrovare il più tardi possibile. E infatti per giorni nessuno se n’era accorto.