Login / Abbonati

MEDE – È voluta rimanere accanto ai suoi alunni finché le forze glielo hanno consentito. Mondo scolastico medese e lomellino in lutto per la scomparsa di Rita Zanetti, la maestra elementare morta all’età di 63 anni a causa di una malattia incurabile. La piangono il marito Roberto Dell’Acqua, il figlio Edoardo con Francesca e la mamma 99enne Martina. Ieri (martedì) la salma è partita alle 9.30 dalla casa funeraria “Mario Guala” di viale Martiri della libertà per la chiesa parrocchiale di San Marziano, dove si è tenuta la cerimonia funebre. Al termine, la salma è stata trasportata al tempio crematorio di Valenza.
Rita era conosciuta in diversi paesi della Lomellina per via dell’attività didattica lunga almeno quattro decenni: a Candia, dove lavorava prima della scomparsa, era arrivata una trentina d’anni fa. “L’ho avuta come collega – dice Raffaella Garzia – per almeno vent’anni: a Rita piacevano i bambini, che seguiva un giorno dietro l’altro in modo indefesso. Se n’è andata poco prima della meritata pensione: la ricorderemo sempre per il suo umorismo e il suo attaccamento al lavoro e ai bambini. Il cordoglio del mondo scolastico candiese e lomellino è sentito e univoco”. Erika Brendaglia è un’altra collega di Rita, cui aveva chiesto di farle da testimone di nozze. “Anche questa volta – commenta – Rita ha fatto tutto come il solito uragano che è sempre stata: è stata con me in così tanti momenti che non li posso contare. Quante chiacchiere, quante risate: non riesco a non pensare a lei che mi vengono in mente migliaia di cose. La voglio ricordare con la risata allegra, il sorriso e le facce buffe”. Rita era molto apprezzata da colleghe, alunni e genitori per la competenza a livello didattico ed educativo, ma soprattutto per l’umanità e la solarità. “Aveva un carattere allegro e sempre disponibile con tutti – prosegue Erika – Gli alunni le volevano bene per il temperamento materno e affettuoso: era sempre disponibile con i genitori, da cui era molto apprezzata. Era sempre attiva a livello lavorativo e sociale, ma un male incurabile l’ha consumata in poco tempo. Ho lavorato con lei per tanti anni: è stata una persona speciale”.