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BEREGUARDO -  Mentre suonava ha sentito arrivare il colpo alla spalla destra, talmente forte da spostarla in avanti. Poi sono arrivati i capogiri. Ha messo la mano dentro la maglietta e l’ha ritrovata sporca di sangue, ma Simone Maffei, 31 anni, ha deciso di continuare il concerto e di far finta di niente, per quanto possibile. 
“Avvertivo bruciore, avevo capito che mi avevano sparato, ero incredulo. Non mi sono fermato per non creare il panico. Del resto nessun altro pareva essersene reso conto”. Erano da poco passate le 23,30 di sabato 27 luglio. Gli agenti della squadra mobile della questura di Pavia hanno individuato lunedì 5 agosto l’uomo che ha esploso proiettili di calibro 4,5 millimetri verso il palco, con una carabina ad aria compressa. Si tratta di un 59enne del posto, denunciato. Il movente non è stato chiarito, ma è riconducibile al volume (secondo lui) “troppo alto”.
Il luogo era il cortile del castello di Bereguardo, in provincia di Pavia, per la “Music & Graffiti fest” dedicata a gruppi emergenti rap, elettronici e rock, con artisti di strada. Un evento autorizzato dal Comune, non certo un rave party illegale. Gli ultimi in scaletta erano proprio i Burial of Babylon, quintetto heavy metal pavese. Suonano insieme da due anni, il 9 agosto pubblicheranno il primo singolo inedito. Erano arrivati alla seconda canzone quando Maffei è stato colpito. Nessun’altro se ne è accorto per via della musica che copriva tutto. “Finito lo spettacolo – prosegue – mi sono fatto controllare dagli amici e dagli organizzatori. Mi hanno trasportato al pronto soccorso del policlinico San Matteo di Pavia, dove sono arrivato all’1,40 circa. Alle 4 ero in sala operatoria. Mi hanno estratto il bossolino di piombo a forma di clessidra, dato tre punti di sutura e fatto una lastra. Se fossi stato colpito a pochi centimetri di distanza, l’arteria si sarebbe perforata e io non sarei qui a parlarne. Ho temuto anche per il pubblico: ho terminato l’esibizione col cuore in gola preoccupandomi che anche qualche spettatore potesse venire colpito. Ritengo che chiunque abbia il coraggio di aprire il fuoco su dei ragazzi, durante un evento approvato dal Comune, sia un pericolo pubblico per la società”. 
Lo sparatore, il cui nome non è stato reso noto per tutelare la sua incolumità, ha preso la mira dal suo terrazzo, con vista castello. La carabina è regolarmente detenuta. Il personale della Questura ha controllato i residenti della zona, verificando anche i detentori di armi con caratteristiche balistiche comparabili alla cartuccia sparata. È stato così individuato il presunto responsabile, denunciato all’autorità giudiziaria, che valuterà i provvedimenti da assumere, per il reato di lesioni personali. Un’accusa che potrebbe comunque aggravarsi. Gli agenti della polizia di Stato hanno inoltre sequestrato diverse armi da sparo e munizioni regolarmente detenute dall’uomo, compresa la carabina ad aria compressa utilizzata per ferire il chitarrista.
Maffei sta meglio, il suo tono ora è calmo. Sembra più arrabbiato che scosso. “Il batterista – aggiunge – della band prima della nostra, i Mendace Memoria, ha riferito di aver trovato un buco in un piatto”. Quindi gli spari devono essere stati diversi, e tutti per spaventare. Per far male. Un gesto di intolleranza e violenza sconcertante che ha sortito l’effetto opposto. “Noi – conclude il chitarrista – proponiamo alternative metal con influenze thrash e stoner. Facciamo ballare con foga e questo episodio ci stimola con maggior convinzione. Siamo ancora più affiatati e pronti per nuovi concerti, sperando che siano più pacifici di quest’ultimo”. Anche il sindaco Felice Bonizzoni condanna il gesto e spera che si risalga al responsabile. “Mai in paese – spiega – ci sono mai state lamentele per i concerti o per il volume”.