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Otto problematiche che rischiano di pregiudicare il futuro delle risaie europee, ma anche altrettante soluzioni che andranno sottoposte a Bruxelles: dalla prossima scadenza della clausola di salvaguardia e dalla sua non facile applicazione, al boom delle importazioni di riso in Europa, in particolare di quello confezionato, dalla mancata reciprocità dal punto di vista ambientale e sociale dei prodotti provenienti da Paesi Terzi, dalla necessità di fondi per promuovere il riso europeo fino all’etichettatura d’origine obbligatoria. Sono quelle affrontate giovedì scorso, 24 giugno, dal “Quarto forum sul settore del riso dell’UE” organizzato, in modalità da remoto, da Ente Nazionale Risi con la collaborazione del Ministero dell’Agricoltura e della filiera risicola italiana. I rappresentanti dei produttori e trasformatori, alla presenza delle rappresentanze dei Ministeri competenti degli otto Paesi in cui si coltiva riso, unitamente ai responsabili di settore delle regioni italiane interessate, non solo ne hanno discusso, ma hanno anche avanzato proposte di soluzioni alle istituzioni europee che hanno il compito di assumere decisioni. “Il quarto Forum è stato un’ulteriore riprova di come la filiera risicola europea sia sinonimo di serietà, coesione e concretezza. - commenta Paolo Carrà, presidente dell’Ente Nazionale Risi – Le risultanze del Forum sono fondamentali per il futuro di questo settore, strategico sotto molti aspetti compresi quelli ambientali che oggi hanno una rilevanza prioritaria nella futura programmazione della Pac. Mi auguro che l’impegno profuso da tutti venga premiato dalle scelte operative da parte del Parlamento, del Consiglio e della Commissione Europea, così come è avvenuto nelle edizioni precedenti del Forum, che hanno permesso di ottenere la clausola di salvaguardia ed un budget specifico per la promozione del riso europeo”.