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Qualcuno in Europa deve essersi montato un po' la testa ed è convinto di riproporre le Nozze di Cana in versione 2.0. Mentre nella parabola evangelica l'acqua venne mutata in vino, oggi il leviatano europeo pensa di imporre il vino senza... vino. Praticamente come quando il vecchio oste allunga il vino con l'acqua prima di servirlo al cliente già sbronzo. “L’eventuale possibilità di annacquare il vino rappresenta un pesante attacco da parte dell’Unione Europea ad uno dei prodotti simbolo del Made in Italy agroalimentare. - commenta il consigliere regionale pavese Ruggero Invernizzi (Forza Italia), Presidente della Commissione Agricoltura di Regione Lombardia - Se passasse questa impostazione potremmo trovarci con vini italiani e lombardi che verrebbero dealcolati e si potrebbe anche aprire la strada a frodi e contraffazioni oltre che a mettere a rischio un prodotto di qualità come il vino italiano che perderebbe tutte le sue caratteristiche peculiari. Si tratterebbe, in buona sostanza, di acqua creando danni ai consumatori che pagherebbero per vino quella che è in realtà vino non è più. Mi ero già mosso qualche mese fa scrivendo al Commissario Europeo Paolo Gentiloni a tutela delle produzioni Made in Italy e in contrasto con il sistema delle etichettatura, sarà mia premura attivarmi subito, di nuovo, per scongiurare questo ulteriore danno per i produttori del settore anche della Lombardia oltre che una vera beffa per i consumatori. Non posso dimenticare infine, il dato nazionale: il vino da solo complessivamente sviluppa un fatturato di oltre 11 miliardi in Italia e all’estero e quindi le mie paure sono anche nei confronti di un possibile impatto sull’export agroalimentare nazionale. Da parte, mia come Presidente della Commissione Agricoltura di Regione Lombardia, mi muoverò assieme alle organizzazione di categoria, affinché un’ipotesi simile possa in ogni modo essere scongiurata o almeno rivista nella sua sostanza.” Il consigliere regionale di riferimento per la Lomellina promette dunque battaglia. Una battaglia che parte da Regione Lombardia che è chiamata a difendere le sue produzioni di eccellenza in Oltrepò pavese e Franciacorta. Una battaglia che è destinata ad allargarsi a macchia d'olio nello Stivale a tutela delle produzioni vinicole, dalle Langhe al Chianti e dalla Valpolicella al Salento