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La crisi occupazionale della Microcast arriva dritta in municipio con un incontro, fissato per giovedì mattina alle 10, tra il sindaco Marco Facchinotti e i rappresentanti sindacali Lorena Bini (Fiom-Cgil) e Gianluigi Sgorba (segretario provinciale della Fiom). In gioco c’è il futuro di 38 lavorati a cui è stato imposto il trasferimento presso la sede di Sasso Marconi, l’unico stabilimento che proseguirà la produzione. E’ solo questione di tempo, invece, per la chiusura della fabbrica mortarese. Almeno così sostiene la stessa azienda. Infatti il tribunale di Pavia ha disposto il rinvio a giudizio del presidente della Microcast e fissato per il 26 maggio la prima udienza. In quell’occasione è verosimile che venga disposta la sanzione accessoria della confisca dell’immobile di proprietà di Microcast in strada Pavese. Di parere diverso sono invece i sindacati. “Non è dato sapere – attacca Lorena Bini – per quali ragioni la società immagina che il provvedimento di confisca determinerà l’impossibilità della prosecuzione delle attività”. E in questo scenario di profonda crisi occupazionale all’amministrazione comunale spetta un ruolo non molto diverso da quello di semplice spettatore. “Il Comune – spiega il sindaco Marco Facchinotti – non ha molti strumenti a sua disposizione per incidere sulla questione. Anche noi guardiamo con profonda preoccupazione all’evoluzione delle vicenda e esprimiamo piena solidarietà a tutte le lavoratrici e ai lavoratori. Nel corso dell’incontro che farò domani con i rappresentanti sindacali cercherò di capire in che modo l’ente pubblico può agire per tamponare le situazioni di maggiore difficoltà”. Tra le ipotesi ancora allo studio c’è anche un riduzione delle tasse locali per i dipendenti che si troveranno senza lavoro. Una sorta di ammortizzatore sociale in salsa comunale che potrebbe risultare utile in un momento così drammatico, con i lavoratori soggetti ad usa sorta di ricatto: vuoi lavorare? Allora trasferisciti a quasi 300 chilometri di distanza! La Microcast è un’azienda che realizza componenti per diversi tipi di industrie (tra cui quella dell’auto) con la tecnica della fusione a cera persa. La crisi affonda le radici ad oltre 16 mesi fa quando fu firmato il concordato. Da allora non è mai stato presentato un piano industriale.Luca Degrand