“Ora io e l’amico Marco Lorena proveremo a metterci d’accordo. Abbiamo perso quattro anni di tempo e tanti soldi pubblici per poi sentirci dire dal Tribunale amministrativo che non si sarebbe espresso in merito a questa vicenda”. Così Marco Facchinotti porge la mano al sindaco di Parona in vista dell’incontro, fissato per mercoledì 12 maggio, in merito alle compensazioni ambientali per la seconda caldaia del termodistruttore. Ma, alle di là delle parole di stima reciproca, tra i due enti “balla” una distanza di almeno 200mila euro. Una somma tutt’altro che trascurabile. La città dell’Offella mette sul piatto circa 300mila euro. Qulla dell’Oca risponde “picche” e ne pretende almeno 550mila. “È sempre poco piacevole – commenta il sindaco Marco Facchinotti (nella forto) - quando tra enti locali si arriva alle vie legali, tanto più che con il collega Marco Lorena c’è un rapporto di stima e amicizia. Ritengo però che Mortara abbia sempre seguito la strada del buon senso. La via di mezzo è sempre la migliore, quella in cui le parti si possono trovare d’accordo attraverso la mediazione. E considerando il fatto che Parona ha percepito circa un milione e 100 mila euro da parte della società che gestisce l’inceneritore, considero adeguata la nostra richiesta di avere la metà come risarcimento ambientale. Per queste motivazione sotto la somma di mezzo milione di euro non accetteremo nessun compromesso. Anche perché, come amministratore pubblico, se dovessi rinunciare a dei soldi che legittimamente spettano all’ente, andrei in contro all’accusa di danno erariale”. La vicenda affonda le radici nel lontano 2003 quando fu siglato il primo accordo: Parona avrebbe versato a Mortara un terzo dei contributi ricevuti da Lomellina Energia per la seconda caldaia del termo, costruita in quell’epoca. Accordo destinato a rimanere in vigore fino alla dismissione della “linea 1”. Al contrario, secondo l’amministrazione di Parona, sarebbe valido una seconda convenzione che fissava nel 2014 la data ultima per pagamento delle compensazioni. Pertanto, dal 2015, nulla è più stato versato da Parona nella casse di Mortara. La tesi di Marco Facchinotti è che la seconda convenzione (che precisava la scadenza del 2014) non diceva “esplicitamente” che la prima convenzione (che fissava come scadenza la dismissione della “linea 1”) era abrogata. Per questa ragione anche nel 2015 Mortara ha continuato a mettere a bilancio i sodi che sarebbero dovuti arrivare dalle compensazioni ambientali di Parona. Il litigio è poi arrivato in tribunale. Però anche il ricorso al Tar si è rivelato un buco nell’acqua. Il tribunale amministrativo ha rimandato ogni decisione al giudice civile. Gli avvocati dei due Comuni, invece, hanno giustamente mandato regolare fattura. “Sono fiducioso sul fatto che troveremo un accordo – conclude il primo cittadino – senza essere costretti a ricorrere al tribunale civile. Vorrebbe dire spendere altri soldi in avvocati”.