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Non serve la sfera di cristallo per immaginare come sarà il 2021. Il commercio cittadino è pronto ad affrontare con le maniche rimboccate l’anno che verrà. E per farlo chiede anche l’aiuto del Comune su tre temi: tasse, sicurezza e lavori pubblici. “E’ evidente che gli inizi non sono dei migliori. – commenta Edoardo Rossi (nella foto), presidente di Ascom Mortara – I più penalizzati sono i settori dei bar e della ristorazione, oltre che l’abbigliamento che tradizionalmente proprio in questo periodo viveva la stagione dei saldi. Credo che la situazione potrà migliorare quando andrà un pochino a scemare l’oppressione sanitaria”. Un’oppressione fin troppo palpabile. L’ordine di scuderia è dunque quello di serrare i ranghi, tenere duro e muoversi in maniera disciplinata seguendo la piramide delle responsabilità. Proprio per non trovarsi davanti a momenti peggiori di questo. A fine febbraio sarà un anno di convivenza con il Coronavirus. Un anno tribolato, di grande sofferenza sanitaria e soprattutto economica. “Questo è il momento di guardarsi le spalle, di prestare attenzione alla speculazione sulle attività in difficoltà: il mercato cinese ha impattato in maniera considerevole sul commercio al dettaglio. – continua Edoardo Rossi – Dobbiamo resistere e valorizzarci per quelle che sono le nostre competenze. Le nostre realtà vivono sugli spostamenti che, negli ultimi anni, hanno rappresentato il 60 per cento del nostro fatturato: sì, ci siamo attrezzati per quanto riguarda le consegne, ma chiaramente non è la stessa cosa. I famosi ristori, poi, non sono sufficienti: aiutano a sanare, a tamponare, nulla più. Se pensiamo ad una attività che si sviluppa su una superficie di 150 metri quadri, possiamo tranquillamente dire che con i ristori non ci paghi neppure i consumi di energia elettrica di un bimestre”. Interventi statali, dunque, scarsi se non scarsissimi cui Regione Lombardia ha aggiunto sua sponte contributi per soccorrere le attività produttive, ma la normalità è tutt’altra cosa. E in questo scenario Confcommercio ha provato a battagliare soprattutto contro la scarsa informazione che arrivava dal Governo: in più occasioni ci si è trovati a sapere alla domenica sera quello che si sarebbe dovuto fare il lunedì mattina. E se la distanza percepita tra cittadini e Stato è aumentata durante la pandemia, Ascom vuole accorciare almeno quella che la separa dal Comune. A tal proposito i commercianti evidenziano tre punti da sottoporre all’amministrazione comunale. Tre punti da condividere e sviluppare: tasse, sicurezza e lavori pubblici. “Il Comune deve fare quello che non ha mai fatto. La scorsa settimana si è svolto il direttivo di Ascom, poi sono stati coinvolti tutti gli esercenti proprio per dare un segnale di compattezza del tessuto commerciale cittadino. – specifica il presidente di Ascom – Partiamo dal discorso Tari e dobbiamo capire cosa può davvero fare il Comune e cosa vuole fare. Se vogliamo guardare avanti dobbiamo mettere mano anche a tutte quelle cose che in passato andavano bene. Poi c’è il discorso legato alla sicurezza: dalle 18 in poi c’è un po’ di senso dell’abbandono e il commercio ne risente di riflesso”. La tematica della sicurezza è talmente ampia che spazia dal senso di ordine percepito ai cestini della spazzatura. Poi resta sul tavolo (quello che si dovrebbe organizzare in municipio…) la questione dei Lavori pubblici.“Occorre prendere dei punti specifici, magari concordando gli interventi, e portarli a fine. – aggiunge Rossi – Piuttosto scegliamo un’opera e portiamola a termine. Abbiamo vissuto mesi in cui l’apertura di cantieri non avrebbe ostacolato il commercio, ma non è stato fatto nulla”. Fin troppo chiaro ed evidente il riferimento a via Roma, un’opera più volte annunciata e mai realizzata. Resta poi il nodo cruciale delle manifestazioni. Con lo stato di emergenza prorogato sino al 30 aprile resta davvero difficile ipotizzare eventi pubblici in primavera. A pagare le conseguenze di questa incertezza saranno innanzi tutto i Tri pas in piasa, già annullati lo scorso anno. Poi, dopo l’estate, calendario alla mano c’è la sagra. Altro appuntamento annullato nel 2020 dopo che sembrava ci potessero essere le condizioni per realizzare, anche solo parzialmente, la manifestazione. “Ascom resta a disposizione del Comitato sagra, siamo operativi su questo fronte, ma è difficile pensare alla realizzazione dei Tri pas in piasa. Sulla sagra già c’è più ottimismo. – chiarisce il presidente Rossi – Resta valida l’idea abbozzata lo scorso anno di calendarizzare in maniera diversa la sagra andando oltre alla giornata unica. Stiamo ovviamente fantasticando perché al momento non conosciamo le regole per la sicurezza. Siamo davanti ad un nuovo punto di partenza per progettare una nuova manifestazione: bisogna essere calmi, collaborativi e lungimiranti. Anche per questo chiediamo un tavolo collaborativo con tutti i soggetti coinvolti”.La buona volontà c’è. La speranza è che non finisca come lo scorso anno