Non c’è più nemmeno l’ottimismo di facciata. La domanda non sembra più essere “se” il Clir chiuderà ma, piuttosto, “quando” l’azienda cesserà la sua attività. Il verdetto potrebbe esserci sabato prossimo, 23 gennaio, alla conclusione dell’assemblea dei soci. Intanto anche il sindaco Marco Facchinotti, tra gli ultimi a gettare la spugna, sembra aver perso ogni speranza di salvare il Consorzio. Nonostante l’ultimo tentativo sia stato fatto proprio lunedì scorso, 18 gennaio a Pavia, nel corso di un incontro chiesto e ottenuto con il prefetto Rosalba Scialla. Al colloquio era presente anche il sindaco di Mede Giorgio Guardamagna che, con Marco Facchinotti, rappresentava anche le posizioni di Sannazzaro, Dorno e Pieve Albignola. Un manipolo di “responsabili”, termine che si sente pronunciare sempre più spesso in questi giorni, pronti ad accettare anche l’aumento della tariffa rifiuti pur di non chiudere baracca e burattini.Tra i “falchi” spicca invece un altro esponente di peso della Lega: il sanguigno sindaco di Gambolò Antonio Costantino. Ancora una volta non allineato alla posizione dei suoi colleghi salviniani. Anche Costantino, nella giornata di lunedì, ha incontrato separatamente il Prefetto. Mentre in settimana sarà la volta del presidente Federica Bolognese. Poi sabato prossimo, 23 gennaio a Mede, si svolgerà l’assemblea dei soci. I sindaci saranno chiamati ad esprimere un voto che vale come una sentenza di vita o di morte per il Consorzio.“Stiamo decidendo il destino di un’azienda che ci appartiene – spiega Marco Facchinotti – oltre a incidere pesantemente sul futuro di famiglie e lavoratori che stanno vivendo giorni di angoscia. Se la storia del Consorzio è inevitabilmente giunta al capolinea è però un dovere dei soci accompagnare il Clir verso una liquidazione graduale e indolore. Le conseguenze di un tracollo improvviso e non governato sarebbero gravi sia dal punto di vista dei dipendenti che da quello che concerne i debiti da saldare da parte dei soci. Io, al contrario, penso che sia giusto fare di tutto per salvare un patrimonio del territorio. Il Comune di Mortara ha accettato l’aumento della tassa rifiuti. Stiamo parlando di poco più di 50mila euro nell’arco di un anno. Una somma tutto sommato contenuta che, nei fatti, si traduce in pochi euro per i cittadini”.Solo 8 Comuni hanno sottoscritto il contratto di servizio. Tutti gli altri Comuni non sembrano intenzionati a “sposare” Clir. Se è vero che il Consorzio sente il fiato sul collo da parte dei creditori, primo tra tutti Lomellina Energia, è altrettanto vero che i Comuni, oltre ad essere soci, sono anche clienti. In alcuni casi cattivi clienti. Che non pagano. “Molti remano contro e vorrebbero la messa in liquidazione immediata del Clir – commenta il sindaco Marco Facchinotti – ma non penso che sia la cosa giusta da fare. Al contrario ritengo che sia ancora possibile risanare il Consorzio e valorizzare un patrimonio che è di tutti. Il problema è che senza la volontà comune di tutti i sindaci soci questo obiettivo non è raggiungibile. Io sono profondamente convinto che lasciare affondare l’azienda sarebbe un grave errore. Però, da solo, il Comune di Mortara non può fare miracoli”.Luca Degrand