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Niente rimborso per i pendolari in lockdown. O meglio, al posto del rimborso sono arrivati i voucher. Tutti i viaggiatori in possesso di abbonamenti annuali si aspettavano che per questo 2020 contrassegnato dalle chiusure e dalle quarantene, Trenord avrebbe rimborsato la quota del biglietto almeno per i mesi di marzo e aprile. Purtroppo, però, non è andata così: al posto del rimborso è arrivato un voucher pari alla quota di due mesi di abbonamento, da utilizzare con l’anno nuovo. Una soluzione che non piace a tutti, in particolare a quei pendolari che ora lavorano da casa e dunque non usufruiscono più del trasporto pubblico. Sicuramente, una buona parte dei viaggiatori avrebbe preferito un rimborso piuttosto che un voucher da utilizzare nel 2021. Resta infatti l’incognita della scadenza di questo buono ed è altrettanto probabile che chi non viaggia ora proseguirà con lo smart-working per buona parte del primo semestre del 2021. “Ci siamo ritrovati in una situazione kafkiana. – afferma Franco Aggio, presidente di MiMoAl – Fin dalla primavera, Trenord aveva promesso i rimborsi per i mesi di marzo e aprile, ma la fiducia dei viaggiatori era già venuta meno dopo poche settimane. Trenord ha appositamente tergiversato fino all’arrivo di un Decreto emanato dal Governo in estate, che prevedeva la possibilità di ristoro di due mesi per gli abbonamenti annuali oppure il prolungamento di validità del biglietto. La scelta spettava liberamente a ciascuna regione, e la Lombardia ha erogato i voucher. Molte persone, però, ad oggi non sono ancora rientrate a lavoro perché si trovano in smart-working”. Si tratta, quindi, di un vero e proprio cul de sac che, come al solito, va a svantaggio dei pendolari.Massimiliano Farrel