MORTARA - Nel picco della seconda ondata italiana per la pandemia da Covid, non accenna a diminuire il numero di corse che il comitato mortarese di Croce Rossa sta affrontando verso gli ospedali del territorio. E nelle strutture vigevanesi di primo soccorso le ambulanze si accalcano in coda, con tre ore di attesa per poter scaricare i pazienti meno gravi. “Il numero di corse, per quello che stiamo vedendo, è rimasto standard nella scorsa settimana – a parlare è Umberto Fosterni, presidente del comitato mortarese Cri -. La sensazione delle ultime ore sembra quella di avere un leggero calo degli interventi richiesti per i pazienti con sintomi da sospetto Covid, ma la pressione rimane comunque altissima sui servizi di soccorso. Ci è capitato addirittura di rimanere in coda fuori dai pronto soccorso degli ospedali di Vigevano, con pazienti in codice verde che sono rimasti a bordo del nostro mezzo anche tre ore prima di riuscire ad entrare negli spazi ospedalieri. Questa situazione indica che la situazione sta davvero sfuggendo di mano. Le lunghe attese, infatti, sono dovute al filtraggio dei casi sospetti in ingresso all’ospedale, in maniera precauzionale e corretta, per separarli immediatamente dagli altri ingressi. In più, si aggiungono i ricoveri di pazienti che arrivano da altre province, come quella di Como e di Varese, dove i casi Covid sono molto maggiori”. Una piccola rincuorante differenza rispetto a marzo però c’è: tra i pazienti positivi al Covid soccorsi dal comitato mortarese sono rari i casi in cui la malattia si presenta già in uno stato avanzato. Per la maggior parte sono persone oltre i cinquant’anni di età, con qualche raro caso nei più giovani. La nuova consapevolezza della malattia arrivata con l’autunno tuttavia ha portato le persone positive al virus ad allarmarsi ai primi segni di difficoltà respiratorie, esponendo gli ospedali ad un nuovo pericolo di intasamento. “Durante la prima ondata – commenta Fosterni – le persone avevano una paura incredibile del ricovero e della malattia, per cui aspettavano di arrivare al limite della saturazione prima di chiamare l’ambulanza. Oggi invece stiamo assistendo al comportamento contrario. In più, per quello che riguarda la nostra città, si deve aggiungere la mancanza del filtraggio dei casi tramite i medici di base, perché sono al momento operativi soltanto due o tre medici. Tutto ciò ha portato ad avere i reparti Covid degli ospedali pieni, con la necessità di allargare i posti disponibili a discapito degli altri settori. Questa situazione però è altrettanto pericolosa, perché si rischia che altre malattie da non sottovalutare, come le patologie cardiache, vengano messe in secondo piano. Il problema Covid c’è ed è necessario affrontarlo, ma bisogna stare attenti perché se il 95 per cento dei pazienti positivi al virus, che siano asintomatici o meno, superano l’infezione, le altre malattie potrebbero portare a conseguenze più gravi”.Beatrice Mirimi