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MORTARA - Il Governo non ha lasciato scelta: con il Dpcm entrato in vigore lo scorso venerdì 6 novembre i negozi di abbigliamento in Lombardia hanno dovuto abbassare le serrande fino al 3 dicembre. Un momento di sconforto per i negozianti e per tutta la categoria, colpita improvvisamente da severe misure in un periodo cruciale per le vendite, visto il rapido avvicinamento delle festività natalizie. Chiara Amici, titolare insieme a Rosella Vinotti del negozio La Casa della Lana, in Corso Josti, 37, ha attraversato, così come tanti altri imprenditori locali del settore, una fase di sconforto iniziale in seguito alla notizia della chiusura obbligata. Uno sconforto che ora si traduce, però, in una speranza per il futuro. “Non ci ha fatto per nulla piacere scoprire di dover chiudere – racconta Chiara Amici – ma d’altra parte non abbiamo avuto scelta. È un peccato, perché io, e con me penso anche gli altri imprenditori della mia categoria, ho adottato negli ultimi mesi numerose misure di sicurezza. Perfino di più di quelle suggerite dal governo. Sono sempre entrate al massimo due persone alla volta, rigorosamente con la mascherina e nel pieno rispetto del distanziamento interpersonale all’interno del negozio. Abbiamo sempre sanificato i locali e igienizzato tutti gli indumenti quotidianamente. Sinceramente rimango molto perplessa perché non vedo in che modo la nostra chiusura possa fare la differenza”. Naturalmente, il Dpcm non spiega le motivazioni per cui ai negozi di abbigliamento siano state imposte restrizioni così stringenti. Il governo dovrebbe, in effetti, occuparsi meglio di fornire alle categorie interessate una comunicazione perlomeno adeguata alle esigenze del momento. “Francamente – continua Chiara Amici (a destra nella foto con la mamma Rosella Vinotti) – dal momento che le motivazioni che portano alle scelte contenute nei decreti non vengono mai spiegate, io sono portata a credere che siano state scelte categorie casuali da destinare alla chiusura. Le misure in alcuni casi sono contraddittorie, e non è giusto per me che noi apprendiamo dalla televisione, in orari non opportuni e con tempistiche non opportune, che cosa possiamo e non possiamo fare la mattina dopo. La comunicazione andrebbe fornita dal governo prima alla categoria, e poi ai cittadini. Non il contrario”. Oltre a ciò, c’erano tanti altri modi che avrebbero permesso di evitare la zona rossa così strutturata e per così tanto tempo a Mortara e in Lomellina. “Piuttosto che chiudere i negozi a metà, lasciando numerose attività aperte – illustra con spirito propositivo Amici – si sarebbe dovuto chiudere tutto quanto. Questo per evitare per almeno quindici giorni la circolazione della gente, che in giro per il centro città c’è comunque. Ma in realtà, la soluzione migliore sarebbe stata quella di considerare la differenza tra le grandi città e le piccole realtà locali. I problemi sono infatti più grossi nelle grandi aree metropolitane, dove si poteva pensare di istituire una zona rossa, lasciando province meno colpite come la nostra in zona gialla o arancione”. Attualmente, La Casa della Lana si tiene attiva sulle piattaforme social, offrendo consigli utili alle clienti, e garantirà un servizio di consegna a domicilio fino alla scadenza delle normative attualmente in vigore. La speranza di riaprire entro Natale è forte, ma tutto si dovrà valutare nelle prossime settimane, che saranno quelle decisive. “Voglio essere ottimista – conclude Chiara Amici – e ho la speranza di poter rivedere tutte le mie clienti a dicembre. Addobberò il negozio in vista del Natale, ancor più di quanto facevo prima. Speriamo però, dopo Natale, di non essere nuovamente daccapo a gennaio”.Massimiliano Farrel