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MORTARA - In tempo di lockdown anche lo shopping diventa… a domicilio. Le vetrine glamour di G.l.a.m., il negozio di abbigliamento al numero 12 della centralissima via Roma, si trasferiscono temporaneamente sulle pagine Facebook “G.l.a.m. Mortara” e Instagram “glam_mortara” dove le fotografie dei capi firmati sono accompagnate da sconti, promozioni e occasioni imperdibili per tutti i clienti. Non manca nemmeno l’assistenza agli acquisti: tramite la messaggistica istantanea si possono infatti avere tutte le informazioni sulle taglie e i capi scelti, che arriveranno direttamente a casa con pagamento in contanti o carta al momento della consegna. E se la taglia non è quella giusta si può chiedere il cambio del capo, che viene in seguito sottoposto alla pulizia e alla sanificazione come avveniva per gli articoli in negozio fino a due settimane fa. “Abbiamo iniziato con questo servizio dallo scorso lunedì – spiega Michele Montini (nella foto), titolare di G.l.a.m. – è una possibilità in più, che si fa perché abbiamo il tempo per farlo e perché altrimenti la merce rimarrebbe ferma in magazzino mentre continua ad essere da pagare. Certo, non si può pretendere di ottenere gli stessi incassi rispetto a quando il negozio è aperto. I negozi di abbigliamento sono tra le poche attività ad essere penalizzate da questa condizione perché molte norme sono a nostro sfavore. Speriamo che questi sacrifici possano servire alla comunità e ci permettano di tornare ad una situazione più serena, perché dopo due mesi e una settimana di chiusura primaverile queste nuove restrizioni ci chiedono un ulteriore sacrificio economico e psicologico”. Nemmeno l’ipotesi più rosea infatti, quella di una riapertura al 4 dicembre, è così favorevole per gli esercizi commerciali. Gli ordini per gli articoli natalizi sono stati sospesi per il momento e potranno ripartire solo quando gli esercenti avranno la certezza di una riapertura in tempi idonei per soddisfare le richieste dei doni di Natale. Un nuovo ordine, poi, comporta anche un’ulteriore investimento ad hoc per una ventina di giorni effettivi di lavoro che andrebbe ad aumentare ancora il debito dei negozi nel caso ci fosse una nuova chiusura a gennaio. “A mio parere forse si poteva limitare l’ingresso ad una persona alla volta nei negozi che avessero a disposizione almeno una certa metratura – conclude il titolare – naturalmente mantenendo tutti i presidi per la sicurezza adottati da maggio in poi. A questo punto avrei preferito allora che avessero chiuso tutti in tutta Italia, in modo da fermare per venti giorni o un mese le attività e poi poter ritornare ad uscire. Ora invece la paura è che il fermo duri molto più a lungo senza dare i risultati sperati. Con il rischio poi che la possibile riapertura di dicembre porti ad una nuova chiusura nei primi mesi dell’anno, un’ulteriore perdita per la merce da pagare che rimane in magazzino senza poter fare saldi ed essere smaltita”.Beatrice Mirimi