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Le restrizioni attuali preoccupano anche palestre e centri fitness, costretti di nuovo ad una chiusura senza possibilità di replica. “Potevamo immaginare che si sarebbe arrivati ad una nuova chiusura già dal discorso del presidente del Consiglio della scorsa settimana – spiega Gabriele Daglio (nella foto), titolare insieme al socio Davide Tamburelli della palestra Fitness Program di Piazza Italia –. Noi ne prendiamo atto e rispettiamo le decisioni prese. Il rammarico per questa situazione sta nelle spese che abbiamo affrontato in primavera per rispettare tutte le norme di sicurezza previste, fornendo gel e mascherine per la protezione di tutti i nostri clienti. Negli ultimi quindici giorni tenevamo ancora anche un diario con la temperatura di tutti gli utenti che entravano nella struttura. Naturalmente, tutte le norme venivano affiancate dal buon senso delle persone, che venivano ad allenarsi solo in perfetta salute”. Una decisione quella presa dal governo che si basa sul pericolo di contatto e assembramento nei centri sportivi, ma che all’atto pratico non trova molti casi di contagio legato al fitness. In tutto il paese, infatti, si è verificato nei mesi scorsi soltanto un focolaio legato ad una palestra. Ciò nonostante, con l’invito ad una maggiore prudenza da parte delle autorità nelle ultime due settimane, è aumentata anche la paura tra gli utenti, che hanno diminuito sempre di più la loro frequentazione in palestra. “Dall’alto evidentemente reputano questa soluzione la formula migliore – spiega ancora Daglio – però è sicuramente un dispiacere, perché l’attività fisica è una valvola di sfogo per le persone, soprattutto in una situazione di grande stress come quella degli ultimi mesi. In più poteva essere un’occasione di aggregazione in sicurezza. Noi vedevamo persone ottantenni venire a fare attività fisica ogni mattino”. La preoccupazione, ovviamente, ora riguarda anche il lato economico dell’attività. “Per il momento siamo chiusi fino al 24 novembre, poi non sappiamo come continuerà. La situazione non è facile, anche perché una seconda chiusura ci mette in grande difficoltà e per ora non sappiamo ancora che aiuti potremmo ricevere in sostegno. Noi siamo sempre presenti per i nostri clienti, cercando di aiutare con schede e video con esercizi mirati così come facevamo nel lockdown, però bisognerà capire come continuare. A mio avviso, il rapporto di uno a uno tra cliente e personal trainer si poteva consentire. Oppure definire un numero di persone che potessero avere accesso alla palestra per un determinato tempo in base ai metri quadri del locale. Vedremo come evolverà la situazione, anche con l’amministrazione comunale che cerca di aiutarci ma chiaramente non può fare molto in base alle norme del Dpcm”.Beatrice Mirimi